«Hotel vincitori nel post pandemia»: parla Minut di Str – VIDEO INTERVISTA
Da 40 anni rilevano le performance degli alberghi di tutto il mondo. Oggi le strutture monitorate da Str – Smith Travel Research sono 81mila. Circa mille sono quelle italiane e di queste 350 aderiscono a Confindustria Alberghi con la quale è stato realizzato un Osservatorio in grado di fornire dati statistici e informazioni economiche utili per la gestione e la programmazione dell’attività ricettiva.
Il nuovo Osservatorio Confindustria Alberghi è stato presentato a Milano durante un incontro al quale ha partecipato la presidente dell’organizzazione confindustriale, Maria Carmela Colaiacovo, che ha sottolineato come per un albergo sia molto utile conoscere l’andamento del mercato e potersi confrontare con i risultati dei competitor, anche internazionali. È per questo che l’osservatorio di Confindustria alberghi, nato nel 1998, da 15 anni è stato affidato a Str.
L’Agenzia di Viaggi Magazine ha poi chiesto ad Alina Minut, senior account manager per l’Italia di Str, come sta andando il settore della ricettività italiana in un quadro internazionale sempre più vivace e competitivo (QUI LA VIDEO INTERVISTA).
Quali sono le informazioni che il vostro osservatorio rileva oggi sugli alberghi italiani?
«Negli ultimi anni il campione di strutture italiane è cresciuto del 70% e oggi ne abbiamo un migliaio. Fino allo scorso anno rilevavamo dal quattro stelle in su, adesso abbiamo aggiunto anche i tre stelle per avere un quadro ancora più dettagliato. Le informazioni che raccogliamo riguardano il numero di camere disponibili per ciascuna struttura, la tariffa media di vendita e il ricavo per camera disponibile».
Quindi, queste strutture meno costose hanno un peso crescente nelle rilevazioni economiche di tutto il settore?
«Va detto che l’Italia è uscita dalla pandemia veramente vincitrice. Oggi è una protagonista importante sul palco globale del mercato alberghiero. I due estremi, quindi le classi economy e luxury, sono stati decisamente quelli più resilienti. Parliamo di molte più camere vendute negli alberghi low budget ma anche con tariffe più alte. D’altra parte, il turista che esce dalla pandemia ha risorse da spendere e ha voglia di investire in esperienze. Quindi, è alla ricerca di un prodotto di lusso. Ecco perché riteniamo che i due segmenti opposti, economy e luxury, siano stati i veri vincitori a partire dal 2021».
Con quali Paesi si confronta l’Italia turistica?
«Guardiamo sicuramente alla geografia più vicina, quindi Sil ud Europa. Se andiamo a guardare alla Spagna, la tariffa media del 2023 italiana è stata superata di quasi 30 euro. La Grecia resta invece un competitor molto dinamico e anche la Turchia ha performato bene».
Con un prezzo più alto e le camere piene ci sono margini maggiori? O per essere competitivi bisogna aumentare i servizi e, quindi, ridurre quello che rimane in tasca all’albergatore?
«Mi piacerebbe molto poter rispondere a questa domanda. Noi svolgiamo anche un programma di benchmarking in ambito profittabilità, ovvero andare a guardare ai ricavi di tutti i reparti e ai costi associati. Al momento, però, in Italia questo campione non ci consente di illustrare molti dati perché abbiamo appena lanciato il programma. Speriamo di avere dati sufficienti tra un anno».