Hotel vs affitti brevi: scontro a colpi di dati (e insinuazioni) in Puglia

Hotel vs affitti brevi: scontro a colpi di dati (e insinuazioni) in Puglia
03 Settembre 12:55 2024 Stampa questo articolo

Una vera e propria querelle sui dati. È quella scoppiata in quest’ultimo scampolo di stagione estiva tra albergatori ed extralberghieri, con un botta e risposta subito amplificato dai media locali. I fatti. Nei giorni scorsi il vicepresidente di Federalberghi nazionale, nonché presidente della federazione pugliese, Francesco Caizzi, nel commentare l’andamento della stagione turistica estiva ha manifestato il suo apprezzamento per gli interventi di controllo con azioni sanzionatorie nell’extralberghiero, che in Puglia sembra aver superato l’hôtellerie tradizionale in termini di posti-letto offerti tra b&b e case vacanze.

A proposito della ricettività alternativa, Caizzi ha dichiarato che «qui si sta correndo il rischio che quella extralberghiera, tra locazioni brevi e b&b – ora che  si è convinta ad emergere – attivi altri strumenti poco ortodossi per produrre ancora evasione fiscale e danno erariale. Perché si percepisce che probabilmente le presenze reali non sono equivalenti a quelle dichiarate ufficialmente e regolarmente saldate con la tassa di soggiorno. Può bastare un esempio eclatante: la tassa riscossa a Bari da ottobre 2023 ad agosto 2024 ammonta a 3,1 milioni di euro, dei quali  1,4 milioni dall’hôtellerie tradizionale, che dispone di 38 strutture e 4mila posti-letto rispetto a un incasso di 1,6 milioni dall’extralberghiero che dispone di circa 3.032 strutture. C’è una bella differenza».

A distanza di poche ore la dura replica di Cinzia Capozza, presidente di AeP, Associazione extralberghiero Puglia: «Era inevitabile: a fine agosto si tirano le somme della stagione estiva e Federalberghi attacca l’ormai temuto comparto extralberghiero accennando a presunte discrepanze tra le presenze dichiarate dagli alberghi e quelle di tutto il comparto extralberghiero. Ma sono stime e conti che non tornano. Il nostro mantra è maneggiare i dati con cura, ma sono pochi a farlo. L’imposta di soggiorno, richiesta al turista che sceglie le strutture alberghiere, a Bari parte da 4 euro al giorno, con una differenza di 2 euro rispetto alla tariffa d’imposta giornaliera richiesta all’ospite che sceglie le strutture extralberghiere: tariffe approvate dalla giunta Decaro con la delibera 640 del 24 agosto 2023».

Capozza incalza poi con una riflessione molto polemica: «Attraverso una nota Caizzi dichiara registrati 570mila pernottamenti negli alberghi, che avrebbero dovuto produrre circa 2,2 milioni di euro di imposta di soggiorno, non solo 1,4 milioni, e aggiunge che i conti non tornano rispetto a quanto versato nelle casse comunali dal comparto extralberghiero. Si permette di dire, inoltre, che la categoria possa attivare “altri strumenti poco ortodossi per produrre ancora evasione fiscale e danno erariale”. Volendo ignorare di proposito le dichiarazioni lesive e diffamanti per la categoria che non meritano repliche, l’onestà verso i media e i lettori ci porta a dire che le moltiplicazioni mal spiegate e i valori assoluti mal calcolati fanno male al principio di informazione e al Brand Puglia tutto. Per esempio: Federalberghi ricorda che le strutture extralberghiere a conduzione familiare possono esercitare attività di ricettività 270 giorni all’anno? Se non lavori non incassi neanche l’imposta di soggiorno».

«Quanto alle presenze e ai flussi turistici della stagione estiva 2024, ci sentiamo di dare ragione al Codacons – prosegue Capozza – che in una nota del primo settembre indicava che il 45% degli italiani non ha potuto permettersi di andare in vacanza. In Puglia, a campione, abbiamo registrato un calo di presenze di circa il 20% rispetto all’anno scorso nel trimestre estivo. E ci sentiamo sinceri e affidabili anche sulla scorta di quanto riferito da un operatore del call center di Booking a una nostra associata allarmata dal calo prenotazioni. A lei è stato spiegato che c‘è un problema generalizzato che riguarda l’Italia. Soprattutto dal Sud si è deciso di trascorrere le vacanze in Albania dove i servizi non sono competitivi, ma le località di mare e montagna sono comunque attraenti e a prezzi contenuti».

«Il crollo del potere d’acquisto degli italiani – conclude la presidente di AeP – è qualcosa su cui intervenire con urgenza. Le campagne diffamatorie contro la nostra regione, anche nella stagione 2024, hanno prodotto il dirottamento verso altre destinazioni di mare all’estero ugualmente seducenti. C’è un altro elemento fondamentale che ha inficiato le performance pugliesi e nazionali: l’ostinazione a urlare contro il comparto non-alberghiero tout-court. Un comparto che incassa e rende allo Stato l’imposta di soggiorno e oggi arrivato a pesare più del doppio della ricettività alberghiera: piaccia o no è un dato oggettivo. Da anni chiediamo di rivedere le norme dell’accoglienza turistica e assistiamo all’incapacità delle istituzioni a convocare le rappresentanze quotate e autorevoli dei due terzi dell’accoglienza ricettiva pugliese: il comparto extralberghiero. Una miopia dettata forse dalla paura di sentire direttamente la voce del territorio. Una voce onesta, competente e affidabile, non legata a nessun colore politico».

L'Autore

Andrea Lovelock
Andrea Lovelock

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