Hôtellerie in crisi, Federalberghi chiede nuovi aiuti al governo

04 Novembre 16:48 2020 Stampa questo articolo

L’hôtellerie italiana è sempre più sofferente e la crescente gravità della situazione impone un piano di interventi molto più ampio e consistente, in termini di risorse, di quello già previsto negli ultimi dpcm. È il grido d’aiuto lanciato dal presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, a poche ore dall’ultimo decreto varato dal governo Conte.

“Le strutture ricettive italiane – dichiara Bocca – versano in condizioni sempre più gravi e la situazione è purtroppo destinata ad aggravarsi nelle prossime settimane, per effetto delle misure di contenimento che hanno ridotto al lumicino la vita sociale. L’Italia divisa in tre zone, riduce quasi a zero la possibilità di viaggiare e, conseguentemente, di soggiornare in albergo. Gli indennizzi adottati nei giorni scorsi – prosegue Bocca – sono apprezzabili ma non sono sufficienti. In attesa della manovra di bilancio, che confidiamo contenga un intervento di più ampio respiro, chiediamo che il contributo a fondo perduto previsto dal decreto Ristori – che oggi è rapportato al solo mese di aprile – venga potenziato, elevando il parametro di calcolo ed il tetto per azienda – e venga riferito ad un periodo più ampio, che tenga conto dei danni subiti durante tutta la pandemia”.

A tal proposito Bocca cita un report del Centro Studi di Federalberghi  che stima, da gennaio a ottobre, un calo di presenze per tutto  il sistema ricettivo italiano pari a circa il 60%. E la situazione peggiorerà se si considera che durante il lockdown primaverile l’Istat aveva rilevato un calo del 91% delle presenze negli esercizi ricettivi, passate da 81 milioni nel trimestre marzo-maggio 2019 a 7,3 milioni del trimestre 2020. Un crollo senza precedenti.

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