by Redazione | 30 Aprile 2018 6:00
Leggere un libro, spegnere il telefono più spesso, giocare con i Lego o semplicemente tornare a casa. Sono alcune delle strade che in Danimarca (e non solo) portano all’hygge, termine diventato familiare anche grazie all’impegno dell’Happiness Research Institute affinché lo stile di vita danese – teso alla ricerca della felicità – venga iscritto nella lista dei patrimoni Unesco.
Per chi non lo sapesse la parola hygge, che si pronuncia hüghe, identifica il classico “star bene” che conduce alla felicità. Non esiste una traduzione letterale in italiano, ma il termine che più gli si avvicina è “intimità”: hygge è quel sentimento di conforto, relax e serenità che si prova in un contesto intimo. Hygge è un fuoco acceso quando fuori piove; hygge è anche una serata passata con gli amici a giocare a carte.
La Danimarca, si sa, è uno dei luoghi più felici al mondo. Tant’è che la stessa Visit Denmark utilizza questa caratteristica per promuovere il Paese.
Sul sito dell’ente del turismo appare, tra l’altro, la mini guida “Essere hyggelig a Copenhagen”, ovvero dieci cose da fare per dare un tocco hygge alla vacanza”. Tra i suggerimenti: il tour dei canali, un picnic nei Giardini del Re, ma anche fare shopping vintage o merenda e chiacchiere in pasticceria in compagnia di una ragazza del luogo.
Il sogno dei danesi? Che la filosofia dell’hygge diventi davvero Patrimonio dell’Umanità, per poi diffondersi in tutto il mondo.
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