I 10 trend di viaggio “ereditati” dal Covid
La pandemia ci ha segnati. Talvolta anche nel bene. È così che alcuni dei “sani” travel trend dell’ultimo biennio sembrano destinati a restare sul mercato. A elencare i migliori, dal punto di vista a stelle e strisce, è Usa Today. Vediamoli insieme.
TURISMO DI PROSSIMITÀ. Se prima si sceglievano mete vicine a causa del Covid e delle restrizioni, ora il travel “a chilometro quasi zero” resta un trend solido per via del caro benzina e del caos voli. Due fattori che inducono molti, soprattutto famiglie con bambini, a organizzare “viaggi facili”.
FUGA NELLA NATURA. In pandemia, la natura è stata un “balsamo” che ha alleviato i fastidi di mascherine e distanziamento. Negli Stati Uniti, i parchi nazionali hanno registrato un decido incremento delle visite, con numeri che continuano a essere solidi. Stesso discorso vale per l’Italia e gli altri Paesi: il green oramai è davvero un must.
HOTEL CON SPAZI ALL’APERTO. In America i ranch, da noi gli agriturismi e i rifugi: sono gli alloggi ideali da abbinare alle fughe nella natura di cui sopra. Sempre più la voglia di attività open air ricercate come camminate, equitazioni, sessioni di yoga all’aperto e degustazioni di vini con passeggiate tra i filari d’uva.
IL RITORNO DEI MOTEL. In pandemia, il viaggio in auto, con distanziamento assicurato, ha spopolato. Da qui la nuova era dei soggiorni “on the road” in motel e lodge dal gusto vintage. Molte, negli Usa, le strutture ricettive “di passaggio” di design. Alcune anche di nuova apertura, con prezzi alla portata di tutti come il Bluebird Sunapee a Newbury, nel New Hampshire, dove le camere sono di design e nelle aree comuni c’è anche una sala giochi e una piscina interna di acqua salata.
SOGGIORNI IN PERIFERIA (O QUASI). Se nel pre Covid era d’obbligo alloggiare in centro città, ora lo smart working ha restituito vivacità ai quartiere residenziali, che un tempo si svuotavano durante le ore di lavoro. In questi luoghi talvolta periferici, sottolinea Usa Today, è possibile cogliere il vero senso della “vita locale” e scoprire chicche come negozi indipendenti, gallerie d’arte e gastronomia autentica.
ARTE OPEN AIR. Quando i musei hanno chiuso i battenti causa Covid, l’arte si è spesso sviluppata nelle strade, ovvero in luoghi dove era possibile praticare il distanziamento sociale. Un esempio, negli Stati Uniti, è il Minneapolis Sculpture Garden presso il Walker Art Center, dove l’arte viene letteralmente liberata dai vincoli delle quattro pareti di un museo tradizionale. Tra le opere di questo giardino creativo l’opera “Spoonbridge and Cherry” di Claes Oldenburg, un cucchiaio gigantesco con una ciliegia dalle proporzioni astratte e stravaganti, visitabile gratuitamente.
ROOFTOP MANIA. Lounge all’ultimo piano degli alberghi sono sorti dappertutto in pandemia, in risposta all’esigenza di spazi aperti. Roma con le sue celebri “terrazze” ne ha di sensazionali. Ma Usa Today cita Parigi con il “salotto sul tetto” del Brach Hotel nel 16° arrondissement: qui una vista mozzafiato sulla Torre Eiffel accompagna pause di relax nella vasca idromassaggio in stile scandinavo. Qui è possibile sorseggiare cocktail conditi con erbe aromatiche appena colte nel giardino del rooftop, dove razzolano spensierate tre galline, a conferma dello stile country-chic della struttura.
PICNIC A CINQUE STELLE. Quando era vietato pranzare nei locali al chiuso, molti ristoratori si sono attrezzati per offrire spuntini di lusso all’aria aperta. Così è tornato in voga il picnic, vero must ad esempio al The Chanler at Cliff Walk di Newport, Rhode Island, dove gli ospiti possono cenare su un prato con vista sull’oceano, su soffici cuscini.
LE LUNGHE “VACANZE” DEI NOMADI DIGITALI. Il boom dello smart working ha spinto la domanda di affitti per vacanze a lungo termine. Diktat ineludibile, però: che l’alloggio sia dotato di internet ad alta velocità per offrire nomadi digitali la possibilità di lavorare. Piattaforme come Airbnb si sono adeguate alla domanda specificando negli annunci l’offerta di privacy, spazio di lavoro e comfort.
VOGLIA DI VOLARE IN PREMIUM. Chi ha continuato a viaggiare in pandemia, magari per ragioni di lavoro, ha prediletto il lusso di un posto in Premium Class per ragioni di distanziamento sociale, abituandosi a servizi come il pasto di bordo garantito e il kit cortesia. In molti, oggi, continuano a pagare pur di ricevere un upgrade. Da qui l’affermazione di modelli all business come quello de La Compagnie, vettore francese con solo 76 posti a bordo che vola dagli Stati Uniti a Parigi, Nizza e Milano. Tra i plus per i passeggeri: ampio spazio, wifi in volo, champagne e pasti gourmet, con tariffe di circa il 50% inferiori alle Business Class dei principali vettori.