Come previsto già da qualche settimana, è arrivato l’annuncio ufficiale che anche l’Easa (Agenzia europea per la sicurezza aerea) ha dato il via libera al ritorno in volo degli aeromobili 737 Max di Boeing nel vecchio continente.
Il grounding dei 737 Max era stato sospeso in tutto il mondo quasi due anni fa, a partire da marzo 2019, in seguito ai due incidenti – in Indonesia e in Etiopia – che avevano provocato 346 vittime e che avevano sollevato dubbi sulla sicurezza. A causare gli incidenti fu il malfunzionamento di un sensore collegato al software Mcas (Maneuvering Characteristics Augmentation System).
Per vedere effettivamente i 737 Max tornare a volare nei cieli europei, però, ci vorrà ancora un po’ di tempo. L’Easa ha infatti pubblicato l’allegato “Airworthiness Directive”, una direttiva che stabilisce il percorso da effettuare. Il dettagliato processo – che prevede che Boeing operi determinate migliorie e tra queste l’aggiornamento dei software di bordo, il rinnovo dell’impianto elettrico, i controlli sulla manutenzione, l’aggiornamento dei manuali operativi e di quelli per il training dei piloti – sarà controllato anche dall’agenzia e varrà per ogni singolo aeromobile.
Il direttore esecutivo dell’Easa, Patrick Ky, ha detto che l’agenzia «ha determinato che i Boeing 737 Max possono tornare a volare in sicurezza», ma che «continuerà a osservare con attenzione il funzionamento dei velivoli a mano a mano che rientreranno in servizio». L’agenzia europea ha sottolineato che gli aeromobili di Boeing ora rispettano tutte e quattro le condizioni poste dall’Easa per sbloccare l’autorizzazione a volare, ovvero: la totale analisi e comprensione dei problemi che hanno causato lo schianto dei due aerei in Indonesia ed Etiopia; l’approvazione dei cambiamenti effettuati da Boeing e l’obbligo di effettuare tali modifiche su tutti gli aerei; l’adeguata formazione da somministrare ai piloti sul funzionamento dei velivoli; la completa revisione indipendente dei progetti effettuata dall’Easa.
L’annuncio segue quello della Faa (omologa dell’Easa negli Stati Uniti) avvenuto a novembre scorso, anche se l’agenzia europea ci tiene a precisare che la sua valutazione è stata del tutto indipendente dal risultato di quella americana.
“Non dimenticheremo mai le vittime dei due tragici incidenti. Questi eventi e le lezioni che ne abbiamo tratto hanno ridisegnato la nostra azienda e focalizzato ulteriormente la nostra attenzione sui nostri valori fondamentali di sicurezza, qualità e integrità – ha dichiarato il colosso di Seattle in uno statement ufficiale – Continuiamo a lavorare con l’Easa, i suoi stati membri, altri regolatori globali e i nostri clienti per riportare in sicurezza il 737-8 e il 737-9 in servizio in tutto il mondo».