Un tavolo tecnico di lavoro per approntare l’ospitalità alberghiera nella Fase 3: è quanto richiesto al governo dall’Ada, Associazione Direttori d’Albergo presente in 20 regioni italiane, in una lettera dove viene espressa la forte preoccupazione dei manager circa l’operatività delle strutture alberghiere nella fase della ripartenza dell’intero comparto.
L’Associazione Direttori d’Albergo sollecita i vertici ministeriali e governativi, le istituzioni regionali e locali, le associazioni di categoria e tutti gli attori competenti in ambito turistico-alberghiero per riunire un tavolo di confronto al quale far sedere anche i protagonisti del quotidiano, i manager delle strutture e dove esporre idee, pareri tecnici e punti di vista al fine di pianificare l’applicabilità delle normative da decidere.
«Confrontarsi solo tra livelli governativi, amministrativi e politici non è sufficiente – dichiara il presidente nazionale di Ada Alessandro D’Andrea – E se dobbiamo attendere l’attivazione ufficiale della Fase 2 per iniziare a ragionare sulle priorità, noi saremo pronti a tornare al lavoro solo nella Fase 3 o addirittura 4. Riteniamo quanto mai necessario che anche la nostra categoria venga chiamata attivamente al confronto perché serve e servirà tantissima programmazione per un settore, quello alberghiero, che è complicatissimo e le cui istanze sono sconosciute ai più. Sicuramente la cosa certa è che serve un Piano Paese sia a livello normativo che di comunicazione e marketing, per progettare la ripartenza e la tenuta dell’industria turismo in Italia».
La nota di Ada si conclude sottolineando che gli alberghi hanno bisogno ora di conoscere le regole e disposizioni chiare e univoche che si possano poi adattare alle diversità che caratterizzano i vari territori, destinazioni, mercati, ambiti turistici. La richiesta per una collaborazione corale diventa necessaria anche per capire come intervenire sugli aspetti fiscale e contributivo, sull’aggiornamento professionale, sulla sanificazione e sulle normative di sicurezza e responsabilità, nonché sui protocolli sanitari.