I piani per l’Italia di Oyo Vacation Homes
In Europa esistono 24 milioni di case vacanza, di cui dieci milioni non sono sul mercato perché non destinate all’affitto, ma tutto il resto rappresenta un grosso potenziale di sviluppo. È lì che intende attingere Oyo Vacation Homes, società nata a maggio 2019 a seguito dell’acquisizione di @Leisure Group da parte di Oyo Hotels and Homes.
Oyo Vacation Homes oggi conta 130mila proprietà in Europa e insegue i primi in classifica con l’obiettivo di diventare leader di mercato, fa sapere il ceo Tobias Wann, che conferma come per crescere in Italia due saranno le strade: «Il nostro team è in contatto diretto con i proprietari di seconde case, ma non escludiamo l’acquisizione di property manager se si presenteranno le occasioni giuste».
Con l’acquisizione il big indiano Oyo ha fatto il suo ingresso nel mercato delle case vacanza ma, spiega il manager, il business rimane separato, tanto che, assicura, non è stato coinvolto negli ingenti tagli al personale che stanno interessando la catena alberghiera. «Anzi, stiamo continuando a cercare nuove risorse, l’acquisizione ha dato un’accelerata alla nostra crescita».
TEAM DEDICATO ALLE ADV. Oyo Vacation Homes conta 800 dipendenti in sette uffici in Europa, con head quarter ad Amsterdam e un team di cinquanta persone in Italia, guidato dal country manager Gianluca Cocco. Distribuzione diretta, grandi Ota ma nel mirino ci sono anche le agenzie tradizionali: «Sappiamo che il grosso della crescita arriva dal web, e a questo proposito le Ota hanno scoperto l’importanza di questo tipo di supplier accanto agli hotel – spiega Wann – È stato uno dei key driver, tanto che negli ultimi dieci anni nel settore si è assistito a una impennata delle prenotazioni tramite grandi web provider, a scapito dei piccoli siti, in calo. Però dalle agenzie tradizionali proviene il grosso del business portato dai partner, per cui investiamo nel comparto anche con un team dedicato».
I LEADER NEL MIRINO. Dei 24 milioni di case vacanza nel Vecchio Continente, otto milioni non sono presenti in maniera attiva sul mercato ma sono disponibili all’affitto. E ci sono poi soprattutto i 4 milioni di case gestite direttamente dai proprietari sul modello Airbnb, che da leader del segmento detiene però solo il 13% del mercato. Situazione simile, anzi con ancora più spazio, sul fronte delle proprietà gestite in full service dalle piattaforme, dove il primo player, Novasol, detiene una quota di appena il 3%, spiega Wann. «Questo vuol dire che il mercato professionale è decisamente frammentato. E Oyo ha ambizioni in entrambi, grazie ai vari marchi sotto il cappello e che coprono 50 Paesi, per un totale di 130mila strutture».
ALLA RICERCA DI PROPERTY MANAGER. In base ai vari brand i rapporti con i proprietari delle case spaziano dalla formula self-service a full service, con una fee di pagamento richiesta che varia dal 10-15% al 30%. Tra questi c’è Belvilla, con cui il Gruppo ha fatto il suo ingresso in Italia, e che conta nel Paese 4mila strutture per 40mila ospiti e 10mila prenotazioni all’anno. «Un elemento che ci distingue da competitor come Airbnb è che non siamo presenti nelle città, ma nei contesti leisure, e trattiamo solo strutture a disposizione effettivamente per buona parte dell’anno, non per poche settimane o giorni».