I rincari frenano le famiglie: viaggi sì, ma non a tutti i costi
Tasche sempre più ristrette per le famiglie italiane, prezzi alle stelle, eppure la voglia di vacanze estive rimane: ma se il 32% dei nuclei familiari ha già deciso di partire, il 38% è incerto e deciderà sotto data, mentre l’altro terzo sicuramente non effettuerà alcun viaggio o soggiorno di relax a causa del perdurare di difficoltà economiche e di un contestuale rincaro di tutte le tariffe dei servizi turistici.
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È la fotografia scattata dalla recente indagine Censis-Confcommercio sui consumi delle famiglie che non lascia dubbi sul quadro in chiaroscuro che si sta delineando per la stagione turistica 2022 dove, tra l’altro, pesa come un macigno un’inflazione che, secondo le proiezioni di Bankitalia, potrebbe oltrepassare la soglia del +6%.
Dopo l’attesa risalita delle intenzioni degli italiani di andare in vacanza, registrata già lo scorso anno, e confermata dai risultati positivi soprattutto del turismo interno, l’indagine indica pure un aumento di quasi 10 punti percentuali delle famiglie che non andranno in vacanza questa estate rispetto al 2021.
Tra l’altro, il report Istat di pochi giorni fa sui consumi delle famiglie nel 2021 ha certificato un calo del 62% nella spesa globale per le vacanze. Ciò non fa che confermare l’incertezza sul futuro prossimo che, non riguarda solo la condizione sanitaria o la paura per l’allargamento del conflitto in Ucraina, quanto piuttosto le prospettive di reddito e di occupazione. Un sentiment confermato anche da una recente ricerca di Tripadvisor, presentata in un webinar di Assoturismo, che riguardo alle prenotazioni estive prevede l’espansione del fenomeno last minute, se non addirittura last second, tra fine giugno e i primi di luglio; un exploit di richieste che metterà a dura prova i reparti booking di tour operator, agenti di viaggi e alberghi.
E questo “navigare a vista” perdura dagli inizi del 2022, con un’incertezza del consumer almeno fino alle prossime vacanze natalizie, per le quali – sempre secondo la ricerca della nota piattaforma online – si verificherà un consistente ritorno degli italiani all’outgoing e in particolare ai viaggi di lungo raggio.
Ma per tornare alla stagione estiva 2022 a fare i conti più dettagliati riguardo alle vacanze delle famiglie è stato anche il Codacons che ha stimato come andare in vacanza quest’anno costerà in media almeno il 15-20% in più rispetto al 2021. Se infatti la spesa media per vacanza, lo scorso anno, si aggirava intorno ai 995 euro, questa estate si toccheranno i 1.150 euro pro-capite.
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E in una (insperata) tempestiva proiezione statistica dell’Istat, si scopre con precisione l’entità dei rincari tra aprile e maggio 2022: gli aumenti dei soli voli internazionali hanno raggiunto il picco del +103%, mentre gli incrementi delle tariffe per i voli nazionali si sono fermati a un +21%. E ancora, il trasporto marittimo e l’autonoleggio hanno segnato un +22%, alberghi e agriturismo hanno fatto registrare rialzi del +14%, mentre i pacchetti turistici hanno subito aumenti medi del +9%. Infine, musei e ristoranti si sono attestati, almeno fino ad oggi, a un timido +5%.
E se anche Federconsumatori, sul proprio portale, annuncia un’estate record per viaggi e vacanze, ci si affretta ad avvertire che la contestuale impennata dei rincari potrebbe attenuare le dimensioni della ripartenza. Basti pensare solo ai costi previsti per le classiche “giornate al mare” dei cosiddetti turisti pendolari: le associazioni balneari hanno ammesso che gli aumenti dei prezzi di ombrelloni-lettini e spogliatoi (in media +15%) faranno lievitare la spesa giornaliera per una famiglia, inclusiva di parcheggio, snack e gelati, ad almeno 90 euro.
Se poi a questo si aggiunge la batosta della benzina che ormai viaggia sui 2 euro al litro, anche un breve soggiorno si traduce in un salasso pesante per le famiglie di ceto medio.
Sul versante alberghiero, poi, alle rassicurazioni delle varie associazioni di categoria che “promettono” rincari calmierati tra il 5 e il 10%, fa da contraltare la considerazione di alcuni analisti che osservano come proprio gli albergatori, già sold out a luglio e agosto, nei periodi di spalla di giugno e settembre potrebbero rispondere alla legge di mercato e adeguare (al rialzo) l’offerta tariffaria al boom di richieste.
Ma c’è una difesa d’ufficio che le rappresentanze datoriali del settore stanno sostenendo sui media nazionali: i rincari dei servizi turistici non sono colpa di chi li eroga, ma dei fattori incidenti, ovvero dei forti aumenti di costi che gli stessi operatori della filiera stanno sostenendo, a partire da quelli energetici per finire con quelli generali di gestione. A conti fatti, dunque, se per gran parte dei consumatori italiani sarà un’estate all’insegna della vacanza “a tutti i costi”, la sfida sarà l’oculata gestione di questo bene.