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I tre grandi scogli del Mare Italia

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L’andamento delle vendite? «Superlativo». Ostacoli? «Parecchi». Sono le esclamazioni più comuni tra gli agenti di viaggi alle prese con l’estate italiana. Una summer certamente prolifica dal punto di vista delle pratiche mare, ma complicata dai tre grandi scogli nostrani: i rincari, il nodo trasporti e l’overtourism che affligge certe mete. Fenomeni che frenano lo sprint finale del booking.

Tastando il polso della distribuzione, il battito dunque appare irregolare. La prima a commentare l’andamento della stagione estiva è Benedetta Gori dell’adv Cutter Viaggi di Prato: «Ora che il periodo delle vacanze è iniziato, c’è tantissimo lavoro con una spiccata predilezione per il mare – rileva – Purtroppo, però, il rovescio della medaglia è il caro-tariffe, sia alla voce trasporti, che nei servizi, senza dimenticare il rischio sovraffollamento in certe zone specialmente del sud Italia. Di fatto si vende anche in funzione dell’accessibilità, ragion per cui risulta complicato quest’anno piazzare le isole maggiori».

Ancor più circostanziata l’analisi di Vanessa Padovani di Abaco Viaggi a Fiume Veneto (Pordenone): «L’appeal del mare Italia è un po’ calato rispetto ai due anni scorsi, essendo state riaperte altre destinazioni che peraltro presentano prezzi più equilibrati e un’offerta aerea più continua e affidabile. Lavorando sul prodotto-mare in Sardegna, Puglia e Abruzzo, ci rendiamo quotidianamente conto dei rischi operativi legati al volato che ci accolliamo proponendo l’Isola. Per le altre due regioni, invece, possiamo contare sul transfer in pullman che è molto più sicuro e apprezzato dalla clientela. Non a caso la costa pugliese è anche quest’anno tra le più richieste. Per le altre zone-mare inToscana, Liguria e Campania, abbiamo imparato che occorre fidelizzare i rapporti con gli albergatori per avere certezze».

A rischio, aggiunge, anche il prodotto-mare in Sicilia, «in quanto non abbiamo una adeguata e affidabile offerta aerea. Perle famiglie, perciò, una buona parte del mare Italia diventa poco accessibile e in alternativa la scelta ricade su prodotti completamente diversi come le crociere, il cui pricing è più competitivo rispetto ad esempio al villaggio-mare, soprattutto peritanti servizi di bordo e per l’intrattenimento».

In evoluzione anche i target di riferimento delle vacanze mare nel nostro Paese. Su questo punto intervengono Melina Cito e Stefania Punzo dell’adv Viaggiomania di Napoli: «Rispetto al recente passato, purtroppo, in agenzia non entrano più i gruppi di ragazzi tra i 18 e i 25 anni, perché per il mare Italia non trovano più un prodotto accessibile, sia riguardo ai transfer aerei, che alle soluzioni ricettive. Non abbiamo più a disposizione un pricing complessivo alla portata delle loro tasche, mentre fortunatamente sono tornati a consultarci tanti giovani dai 25 ai 35 anni, scottati da brutte esperienze online, che ora chiedono la nostra consulenza anche solo per un tranquillo soggiorno-mare. Per il target delle famiglie, poi, il Mare Italia è molto caro, con una media di 4-5.000 euro a nucleo. Inoltre, se si considerano le richieste che ci vengono fatte, ormai ci sono pochissimi residence disponibili e sono spesso costosi».

C’è poi chi soffre un vero e proprio deficit logistico come ammette Lorena Uguccioni dell’agenzia Viaggiamondo di Cattolica (Rimini): «Quest’anno riscontriamo non pochi limiti nelle vendite del Mare Italia perché tutte le nostre località balneari risentono del ritorno di mete mediterranee molto competitive, dalla Grecia a Cipro, grazie a voli comunque vantaggiosi. Inoltre devo dire a malincuore che dalle nostre parti non ci sono aeroporti comodi per raggiungere alcune località della Riviera romagnola, e anche i servizi accessori come ristoranti, bar e attrazioni varie risultano molto più cari rispetto a quelli offerti all’estero e al passato. Di conseguenza si fa davvero fatica a vendere il mare nostrano. E in particolare è complicato operare su Sardegna e Sicilia, perché presentano limitazioni operative e tariffe molto alte. Purtroppo, a tali condizioni, l’offerta Italia diventa inaccessibile tanto per gli italiani, quanto per gli stranieri».

Ma nonostante ciò, a sentire anche i principali operatori, quella 2023 resterà comunque un’estate italiana “brillante”, grazie anche al perdurare dell’effetto molla post restrizioni da Covid.

INCOMING, IL CASO ROMA TRA LUCI E OMBRE

Estate sold out per le agenzie che operano nell’incoming. Lo testimonia Piero Giovinazzo de I Viaggi di Adriano di Roma: «Il volume di richieste è enorme, pari al +20-25% rispetto al 2019. Due, però, le criticità sulla Capitale: i costi degli hotel lievitati a dismisura e la cattiva gestione dei biglietti d’ingresso in luoghi iconici come Colosseo e Musei Vaticani. È stato prestato il fianco a un bagarinaggio selvaggio. Inaccettabile».

C’è poi il fenomeno dei turisti che scelgono di soggiornare fuori dal centro di Roma con la formula degli affitti brevi. Detto questo, prosegue, «il business è davvero tanto. Lavoriamo soprattutto con gli statunitensi che chiedono hotel a 4-5 stelle e sempre più spesso viaggiano in gruppo per dividere i costi di Ncc e visite guidate. Gli europei invece non rinunciano alla vacanza tailor made, con visite riservate, guide e transfer personalizzati. Molti anche i clienti italiani, la cui priorità è la qualità del cibo».

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