by Fabrizio Condò | 17 Gennaio 2024 17:28
La parola d’ordine del 2024? Destagionalizzare il turismo, che va gestito e non subìto. È l’appello lanciato dal palco del Forum Internazionale del Turismo a Genova dalla titolare del Mitur, Daniela Santanchè, soddisfatta per il bilancio molto positivo del 2023, ma consapevole che si possa fare ancora di più per dare ancora maggior slancio al comparto.
«Nessuno – ha chiarito Santanchè – può smentire che il turismo vada benissimo in Italia: abbiamo avuto un incremento importante in termini di presenze, 445 milioni. A me, peraltro, interessa quanti soldi spendono sul territorio: sono aumentati gli acquisti, +8%, con allungamento delle vacanze di quasi un giorno in più. Resta però il fatto che se gli italiani avessero più senso di appartenenza, tutto andrebbe meglio».
Ecco perché, annuncia il ministro, ci sono tre aspetti su cui lavorare nel 2024: «Destagionalizzare, incrementare gli eventi sportivi e le fiere, per le ricadute che hanno sul territorio e perché sono un tipo di turismo altospendente, e formare il personale». Gli obiettivi sono chiari. E ci sono validi motivi per proseguire nel solco, spiega Santanchè: «Una volta ad agosto era tutto chiuso, oggi non è più così, è cambiato il mondo, c’è una trasformazione del mondo del lavoro, dobbiamo destagionalizzare». Poi la stoccata, forse pensando a Venezia[1]: «Non c’è bisogno, come dice qualcuno, di avere ticket per entrare nelle città d’arte».
Non manca un accenno polemico anche sulla formazione: «L’Italia era molto avanti con le scuole alberghiere, ne aveva di grandissime, c’era quella famosa di Stresa, ora siamo indietro e nei grandi alberghi tutti hanno fatto quella di Losanna in Svizzera: si è distrutto un tessuto che invece era fondamentale. E arriviamo al liceo Made in Italy[2], già annunciato dal ministro delle Imprese e, appunto, del Made in Italy, Adolfo Urso: «La grande ambizione è, tra 4 anni, lanciare questa scuola di eccellenza nel turismo. Abbiamo già messo a disposizione 21 milioni di euro e dobbiamo lavorare sulla formazione del personale che ora manca, dal direttore al personale di sala. Ma dobbiamo dare uno status a questi lavori che per molto tempo sono stati considerati di serie B».
Da Genova arriva anche il monito del governatore, Giovanni Toti: «L’industria turistica non è figlia di un dio minore nell’equilibrio dello sviluppo economico del Paese, ma sempre di più un elemento trainante del benessere e della crescita. Nel 2023 il turismo in Liguria è cresciuto del 4% rispetto all’anno d’oro del 2022, un risultato francamente insperabile, soprattutto grazie ai turisti stranieri».
Toti ha fatto notare come la Liguria abbia «investito molto sul turismo. Penso che la nostra regione sia un po’ più avanti del resto d’Italia in termini d’integrazione dei mondi: dagli alberghi alle spiagge, fino alla cultura e all’arte, che a Genova e non solo hanno dato una spinta gigantesca, ma penso a mondi produttivi come la nautica da diporto».
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