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I tre pilastri del G7 Turismo – Il Presidency Paper

santanchè g7 turismo foto ladv

Se quello di Firenze è stato il primo G7 Turismo della storia, mai summit dei grandi – d’ora in avanti – potrà prescindere dal settore. Così, portando a casa la sua personalissima (e italianissima) «vittoria» il ministro del Turismo Daniela Santanchè chiude alla Galleria degli Uffizi la storica tre giorni che l’ha vista protagonista. Lo fa sventolando un documento congiunto – il Presidency Paper – sottoscritto oggi, ma in cantiere da tempo, che vede i delegati di Italia, Usa, Canada, Uk, Francia, Germania, Giappone e Ue fare quadrato con il sostegno dell’Ocse (l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) su tre questioni cruciali: intelligenza artificiale, lavoro e sostenibilità.

«Per la prima volta in un consesso del genere si è parlato di turismo. Abbiamo saputo imporre un nuovo modello», afferma in apertura di conferenza stampa, in cui non manca di ringraziare i giornalisti, citando sua nonna che sempre le ripeteva che «non basta saper fare, ma far sapere che si sa fare».

E il documento sottoscritto da Santanchè e colleghi (accessibile a chiunque sul sito G7italy.it) ha questo preciso intento: comunicare al mondo le linee guide di una cooperazione globale che prende proprio ora il via: «I punti cardine sono stati individuati, non si può più tornare indietro – dichiara la ministra – Siamo d’accordo che continueremo a lavorare insieme sulle tematiche individuate, approfondendole e cercando di allargare la collaborazione ad altri Paesi», altrettanto strategici nel travel.

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Anche perché, in questi anni di guerre, «il turismo è un importante strumento di pace. Di solito – riflette – abbiamo paura di ciò che non conosciamo. Il viaggio e condivisione ci consentono di comprendere. E il mondo di questo ha bisogno».

Intanto, i Paesi ospiti, compresi i delegati outreach dall’Arabia Saudita all’India, hanno avuto modo di conoscere noi: «Tutti sono rimasti impressionati dalle nostre bellezze. Ho visto nei loro occhi emozione e ammirazione». Ma questo non basta, Santanchè ne è convinta: «Dobbiamo essere più bravi a vendere quello che abbiamo, aumentare l’offerta turistica e raccontarla meglio. Senza temere il “troppo turismo” ricordandoci sempre la desolazione e la tristezza che provavamo in pandemia quando il mondo era chiuso».

I flussi, piuttosto, vanno gestiti. Ed è questo un punto cruciale del G7 Turismo. L’Ai, «che deve essere al servizio dell’uomo e non viceversa», va impiegata anche in tal senso. E la strada da fare, soprattutto in termini di protezione dei dati – che sono forse il bene più prezioso – si prospetta ancora lunga e perigliosa. Anche in vista delle prossime due sfide che attendono l’Italia: il Giubileo del 2025 e le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026.

Due appuntamenti che il ministro vive, non come ostacoli da superare, bensì come occasioni da cogliere «perché i grandi eventi costituiscono sempre un acceleratore per le risorse che catalizzano e per ciò che lasceranno sul territorio». C’è già chi muove critiche? «Ça va sans dire, c’è sempre qualcuno che non tifa per la Nazionale».

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