by Redazione | 15 Settembre 2023 12:09
Siamo soliti, per dna e linea editoriale, prendere le parti delle aziende e in genere del turismo organizzato. Di contro, è minimo lo spazio che riserviamo alle istanze dei viaggiatori (i cosiddetti clienti finali), nel rispetto della nostra missione trade. Oggi, però, arriva al nostro indirizzo un comunicato di Federconsumatori che riteniamo utile amplificare, a beneficio dei professionisti del turismo che ci leggono. Un punto di vista che funge da termometro del mercato.
L’associazione si cimenta in questa coda d’estate nella redazione di vere e proprie “pagelle al veleno”, così le definisce, annunciando la “bocciatura” del sistema turistico italiano.
Prima tra i bocciati è Ryanair, in questi giorni all’onore delle cronache per la sua battaglia contro il decreto caro voli[1], ora all’esame del Parlamento. Federturismo accusa di “arroganza” la low cost irlandese e scrive quanto segue:
Ha insultato ripetutamente il governo italiano, i suoi ministri, ha definito spazzatura[2] una nostra legge. Michael O’Leary e la sua Ryanair sono un manifesto vivente dell’arroganza e del peggior capitalismo, ai limiti della caricatura. Si propongono voli aerei spartani a costi contenuti, quindi nel tempo si elimina la concorrenza, creando un sostanziale monopolio; a questo punto si quadruplicano i prezzi, non essendoci più competizione. Ma i servizi restano ultra spartani, di disservizi ce ne sono in abbondanza, mentre le politiche di prezzo continuano a essere oscure e governate da profilazioni e algoritmi. Da Ryanair attenzione al cliente zero: sui clienti ricadono tutti i problemi, come nel caso, in questi giorni, dei voli verso Marrakech, che non vengono rimborsati o riprogrammati. Intanto la quota di mercato di Ryanair in Italia cresce ancora, superando il 37% nei voli nazionali, mentre l’utile netto dell’azienda nel 2022 ha sfiorato gli 1,5 miliardi. A tutto questo si aggiunge la “decimazione” dei voli verso la Sicilia e la Sardegna, come punizione all’Italia per aver posto dei vincoli all’azione della compagnia irlandese. Ryanair e i suoi comportamenti sono un problema per tutta l’Europa.
Nel mirino di Federconsumatori anche il ministero del Turismo e il governo stesso, accusati di non aver posto un argine reale al “deragliamento dei prezzi”, a cui abbiamo assistito questa estate[3]. Ecco la pagella:
Dai voli aerei agli ombrelloni, dagli affitti turistici ai ristoranti, dagli alberghi ai coni gelato. Questa estate sarà ricordata a lungo per l’incredibile incremento dei prezzi di tutte le prestazioni turistiche, ben oltre i livelli di inflazione reali, e dopo un 2022 non privo di rincari. A causa di questi aumenti incontrollati e spesso non giustificati, un altro pezzo di Paese, a reddito medio e medio basso, si è aggiunto alla già grande quantità di famiglie che non possono permettersi una vacanza o che sono costrette a contrarne la durata, ingegnandosi per trovare soluzioni low cost. In una condizione dove i redditi da lavoro sono fermi al palo, si segnala il silenzio del governo, in particolare del ministero del Turismo, il cui compito non può limitarsi a vantare la bellezza del nostro Paese (in maniera discutibile, per di più). Un esempio? È rimasta inevasa la richiesta d’incontro da noi avanzata nei mesi scorsi, a fronte delle migliaia di famiglie truffate nella vicenda della catena alberghiera Fabilia[4]. In clamoroso ritardo e del tutto marginale, poi, l’intervento per arginare la crescita immotivata dei prezzi dei servizi turistici tra il 15 ed il 20%, in particolare dei voli aerei.
In generale, poi, i consumatori ammettono la “bocciatura del sistema turistico italiano, che non esiste”. Queste le ragioni:
A dire il vero è difficile bocciare qualcosa che non esiste. Se l’attenzione dei governi al turismo, non soltanto di quello attuale, è decisamente insufficiente, bisogna dire che non esiste nel nostro Paese un approccio generale al tema. Parliamo di promozione, di organizzazione, di sinergie e programmazione. Siamo il Paese in cui i principali operatori turistici sono dei siti, le cosiddette “bacheche”, gestite da operatori non professionali che non rispondono in nessun modo dei problemi e dei disservizi che si potrebbero creare, a fronte di una casa o di servizi inesistenti. Siamo un Paese dove il nero è il colore di moda tutte le estati, dove ci vogliono i tribunali per restituire al pubblico le spiagge; un Paese dove la concorrenza è ignota e dove il misuratore della qualità rischia di essere affidato unicamente a piattaforme non sempre trasparenti e imparziali. Soprattutto, siamo il Paese dove, se c’è un problema, non ci sono canali sicuri e rapidi per risolverlo. L’ennesimo albergo in Romagna chiude all’improvviso? Per giorni si indignano il Comune e l’associazione albergatori, ma poi nulla viene risolto. La compagnia di bus ti perde il bagaglio o ti abbandona in autostrada? Contesti, chiedi risarcimenti e ottieni solo silenzio. Lo stesso silenzio che accompagna spesso le richieste di risarcimento avanzate alle compagnie aeree e ai tour operator. Fino a quando non ricorri alle vie legali. È possibile tutto ciò? È possibile che un sistema turistico inesistente trovi una unità d’azione solo nell’assenza di risposte ai clienti vittime di disservizi e nell’aumento dei prezzi? Purtroppo, lo diciamo con amarezza, è così.
È stata un’estate complicata, non solo per gli effetti dell’inflazione, ma anche per una serie di problematiche legate a cause di forza maggiore: dagli incendi in Sicilia[5] come in Grecia[6], fino alle Hawaii[7]; dalle alluvioni[8] di queste ultime settimane sempre in terra ellenica, oltre che in Libia; infine dal terremoto in Marocco[9]. La macchina del turismo organizzato, va sottolineato, si è fatta in quattro per riproteggere, assistere, tamponare ogni emergenza, per compensare le mancanze di taluni vettori. Ma il giudizio dei consumatori è rimasto implacabile. E non possiamo che prenderne atto.
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