Ripresa con il freno a mano per i vettori europei: la società di analisi finanziaria Moody’s ha stimato per quest’anno ricavi a 11,4 miliardi di euro, più bassi rispetto agli 11,6 miliardi dello scorso anno. Una decelerazione dovuta essenzialmente al forte rincaro del carburante e alla ridotta offerta aerea delle compagnie del Vecchio Continente che rispetto al periodo pre Covid possono contare su flotte ridotte del 20-25%.
Di contro, per la stagione estiva non ci si attende un’impennata delle tariffe che dovrebbero rincarare di circa il +10%, cosa che potrebbe da un lato favorire un consolidamento di certe direttrici di traffico e dall’altro una destagionalizzazione nell’utilizzo dei transfer aerei, favorendo così un buon riempimento a bordo in mesi come ottobre e novembre, proverbialmente deboli.
Nella disamina di Moody’s rientra anche il movimentato scenario di acquisizioni, fusioni, alleanze e aggregazioni commerciali che stanno rendendo l’offerta aerea sempre più fluida; così come non sfugge l’analisi sulle macro-regioni del mondo, dove in pole position figura il Nord America, con le migliori performance in termini di traffico aereo, seguita dal Sudamerica e a distanza dall’Oriente, con la Cina sempre in affanno nella sua ripartenza.
Tra le compagnie aeree che hanno beneficiato di questi andamenti primeggiano la British Airways e il Gruppo Iag in generale che hanno riportato buoni risultati sia nel Nord che nel Sudamerica, mentre faticano Lufthansa e Air France-Klm, che hanno subito forti ridimensionamenti operativi sull’Estremo Oriente.
Infine, per quanto riguarda le aerolinee low cost europee le previsioni circa l’andamento dell’anno sono improntate al cauto ottimismo con ricavi che potrebbero lievitare grazie alle vendite dei cosiddetti servizi ancillari (pasti a bordo, bagagli, gadget) che potrebbero produrre incassi superiori alle previsioni. Al punto che ormai le ancillary contribuiscono ormai per un terzo al fatturato delle aerolinee low cost.