La guerra dei prezzi delle tariffe aeree in Europa ha fatto i suoi danni, ma presto «finirà con l’uscita dal mercato dei concorrenti più deboli». Tra questi, è quasi sicuro, non ci sarà Iag – la holding anglo-spagnola guidata da Willie Walsh, autore della precedente affermazione – che controlla le compagnie British Airways, Iberia, Vueling.
La sicurezza di Walsh è dettata dalla consistenza del terzo Gruppo aereo del continente, ma anche dai risultati del secondo trimestre che, nonostante il caro fuel, registra un balzo degli utili del +18%.
L’utile operativo, a conti fatti, si è attestato a 960 milioni di euro, migliorando le previsioni degli analisti. Per questo motivo, quindi, il ceo è ottimista, ma guarda anche con molta attenzione ai possibili scioperi che potrebbero interessare British Airways in queste settimane, soprattutto all’aeroporto di Heathrow.
Mobilitazioni che potrebbero rimettere in discussione i risultati finanziari positivi, cha Iag si è affrettata a confermare – come previsioni per fine anno – in linea con il 2018. Un risultato tra i migliori in ambito europeo, visti anche gli “inciampi” di Lufthansa e Ryanair.
Walsh prevede un miglioramento delle tariffe nella seconda metà dell’anno con risultati diversificati a seconda delle compagnie. «Siamo ben posizionati sia sul lato dell’offerta sia della domanda e il clima economico sta migliorando, ma la guerra dei prezzi farà fuori dal mercato i più deboli», ha detto il manager.
Nel secondo semestre del 2019, infatti, la holding Iag dovrà comunque recuperare le minori entrate registrate tra gennaio e giugno 2019. Iag, infatti, ha guadagnato il 42,8% in meno (806 milioni di euro) nel primo semestre dell’anno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (1.408 milioni).