Iata, 5 miliardi di passeggeri. Ma il Saf va a rilento
Per il prossimo anno il trasporto aereo toccherà un altro record storico, superando la soglia dei 5 miliardi di passeggeri. Sono le previsioni di Iata, che pronostica anche ricavi da primato con un milione di miliardi di dollari. Si tratta di stime raccolte in base ai sondaggi e ricerche degli ultimi mesi che hanno riferito una maggiore propensione al viaggio aereo da parte degli utenti (il 41% viaggerà sicuramente di più rispetto al passato), così come quasi la metà dei passeggeri (il 47%) si è detto certo di spendere di più per i voli, a causa anche di un inevitabile rincaro delle tariffe.
Buone notizie anche sul fronte occupazione, con la previsione di almeno 3,3 milioni di posti di lavoro in più generati dal trasporto aereo e dal suo indotto, che porterà l’intera industria dell’aviazione commerciale a vantare un volume di circa 86,5 milioni di addetti nel mondo.
Accanto alle previsioni sul traffico, sui ricavi e sull’occupazione, Iata ha pure manifestato preoccupazione sul fronte della sostenibilità aerea, per i ritardi nella produzione di Saf con volumi di produzione che nel 2024 hanno raggiunto un milione di tonnellate (1,3 miliardi di litri), il doppio rispetto a 0,5 milioni di tonnellate (600 milioni di litri) prodotti nel 2023. Un valore significativamente inferiore alle stime precedenti, che prevedevano una produzione di San nel 2024 a 1,5 milioni di tonnellate. Questo perché i principali impianti di produzione di Saf negli Stati Uniti hanno posticipato la loro produzione fino alla prima metà del 2025.
E infatti, per il prossimo anno, si prevede che la produzione di Saf raggiungerà i 2,1 milioni di tonnellate (2,7 miliardi di litri) ovvero lo 0,7% della produzione totale di carburante per aerei e il 13% della capacità globale di carburante rinnovabile.
Molto polemico il commento di Willie Walsh, direttore generale di Iata: «I volumi Saf stanno aumentando, ma con una lentezza deludente. I governi stanno inviando segnali contrastanti alle compagnie petrolifere che continuano a ricevere sussidi per l’esplorazione e la produzione di petrolio e gas fossili. Gli investitori nei produttori di carburante di nuova generazione sembrano aspettare garanzie di risorse economiche concrete prima di accelerare la produzione di Saf. A questo punto non bisogna commettere errori: le compagnie sono ansiose di acquistare Saf e i governi possono accelerare eliminando i sussidi alla produzione di combustibili fossili, sostituendoli con incentivi strategici e politiche chiare a sostegno di un futuro costruito sulle energie rinnovabili, Saf compresa».
Altra fonte di preoccupazione della Iata è il forte rallentamento nel “rimpatrio“ dei ricavi originati dalle vendite di biglietti da parte dei governi di alcuni Paesi ad alta criticità, come Algeria, Etiopia, Pakistan, Bolivia e Bangladesh che stanno trattenendo circa 1,7 miliardi di dollari. Una situazione che lo stesso Walsh definisce «insostenibile» da parte delle compagnie aeree. L’appello di Iata a questi governi è di “rimuovere immediatamente tutte le possibili barriere che impediscono alle aerolinee di ricevere i loro ricavi”.
C’è infine la criticità legata all’ammodernamento delle flotte con i forti ritardi nelle consegne dei nuovi aeromobili. Sempre secondo quanto risulta alla Iata, l’età media della flotta globale è salita a 14,8 anni, un aumento record rispetto alla media di 13,6 anni per il periodo 1990-2024.
Contestualmente, le consegne di aeromobili sono diminuite drasticamente rispetto al picco di 1.813 aeromobili nel 2018. La stima per le consegne nel 2024 è di 1.254 aeromobili, un deficit del 30% rispetto a quanto previsto per l’anno in chiusura. Nel 2025 si prevede che le consegne saliranno a 1.802, ben al di sotto delle aspettative precedenti di 2.293 consegne, con ulteriori revisioni al ribasso nel 2025.
Il portafoglio ordini (numero cumulativo di ordini non evasi) per i nuovi aerei ha raggiunto i 17.000 aerei, un livello record. Con gli attuali tassi di consegna, richiederebbe 14 anni per essere completato, il doppio dell’arretrato medio di sei anni per il periodo 2013-2019. Tuttavia, si prevede che i tempi di attesa diminuiranno con l’aumento delle tariffe di consegna.