Iata, profitti in picchiata per i vettori europei nel 2019
Conti sotto stretta osservazione nel 2019 per le compagnie aeree mondiali, ma soprattutto per quelle europee. A pesare sui profitti dei vettori saranno soprattutto due fattori: la guerra commerciale Usa-Cina e il caro carburante. L’allarme arriva dall’assemblea generale di Iata che si tiene in questi giorni a Seoul, in Corea del Sud.
L’associazione internazionale delle compagnie aeree, infatti, prevede 28 miliardi di profitti nell’anno in corso, registrando un calo di due miliardi rispetto allo scorso anno e di 35,5 miliardi in meno rispetto alle stime di Iata pubblicato a dicembre 2018.
«Sarà comunque il decimo anno consecutivo in positivo per il settore con un aumento di passeggeri nel corso dei dodici mesi da 4,4 a 4,6 miliardi – ricorda il direttore generale, Alexandre de Juniac – Ma i margini di profitto si stanno assottigliando per l’aumento dei costi di lavoro e del kerosene, per la concorrenza tra le compagnie che spinge le tariffe al ribasso e per la guerra dei dazi tra Usa e Cina».
Secondo Iata, infatti, a fronte di un aumento dei ricavi del 6,5% (circa 865 miliardi di dollari), le spese dei vettori registrano un balzo del 7,4% con un profitto netto per passeggero che scende da 6,85 a 6,12 dollari.
Nel dettaglio, il mercato nordamericano resta leader con 15 miliardi di dollari di profitti nel 2019 ( più della meta del totale mondiale). Male, invece, l’Europa che vedrà i profitti contrarsi dai 9,4 miliardi dello scorso anno agli 8,1 (un clamoroso -13,8%).
Anche Medio Oriente e Asia-Pacifico non registrano segnali positivi. Nel primo caso, si arresta la fase espansiva delle tre grandi compagnie del Golfo (Emirates, Qatar Airways, Etihad Airways) che nel corso del 2019 registreranno un rosso netto di 1,1 miliardi di dollari. L’Asia-Pacifico, regione a più ampia crescita,vedrà anch’essa i profitti in calo da 7,7 a 6 miliardi di dollari.