Iata, qualcosa è cambiato:
le ragioni delle agenzie di viaggi
«Iata non è un organismo sovranazionale, ma privato: il suo intento è quello di far incassare più soldi possibili alle compagnie aeree». Alfredo Pezzani, dell’Air Matter Committee di Ectaa (l’associazione delle agenzie di viaggi e dei tour operator europei) nonché membro della commissione trasporti di Fto – Federazione Turismo Organizzato, prende posizione e ribadisce la scorrettezza di Iata nei confronti delle adv, confermando di essere giunti a un vero e proprio «punto di rottura» durante la 41ª PaConf di Ginevra, dove le gocce che hanno fatto traboccare il vaso sono state i Local Financial Criteria e il ruolo del Travel Agency Commissioner. Una frattura che ha un grosso precedente: il totale disaccordo sulle carte di credito corporate utilizzate dagli agenti per l’emissione della biglietteria aerea.
Partiamo dai criteri di affidabilità finanziaria. Cosa potrebbe cambiare?
«Intanto, i pagamenti della biglietteria aerea degli adv al Bsp di Iata potrebbero passare da mensili a quindicinali dal 2020, se non addirittura settimanali o, guardando ancora più in là, giornalieri. Inoltre, i Local Financial Criteria, definiti appositamente per ciascun Paese, potrebbero divenire ancora più severi senza passare per gli accordi bilaterali contenuti nell’Agency Programme Joint Council ed escludendo di fatto il parere delle associazioni di categoria delle agenzie, nonostante già adesso siano previsti ingenti costi di fideiussione e se non si utilizzassero le carte di credito degli agenti direi che, visti i volumi gestiti, in Italia non c’è banca che possa dare garanzie troppo onerose».
Secondo punto di discussione, il Travel Agency Commissioner (Tac).
«Il Tac dovrebbe essere un soggetto super partes, funzionando come meccanismo di risoluzione delle controversie tra vettori e adv. In sostanza, è suo compito ascoltare le due parti preservando l’equilibrio. È impensabile che alcuni temi sollevati dalla distribuzione vengano estromessi dall’ordine del giorno. Ritengo necessario confrontarsi nella task force comune già creata per rivedere tutto il Passenger Agency Programme (Pap) e su tutti i temi, senza nessuna esclusione».
Iata, però, parla di modernizzazione. Cosa ne pensa?
«Più che modernizzare, loro vogliono complicare i rapporti con quello che è il canale tramite cui le compagnie aeree emettono la maggior parte dei biglietti, senza riconoscere nessuna giusta remunerazione. Contano i fatti».
E sulla questione delle adv fallite in mercati con criteri finanziari deboli?
«Iata vuole rivedere i Local Financial Criteria per tutelarsi il più possibile dal rischio di default delle agenzie. Ed è giusto. Ma chi tutela i passeggeri dai fallimenti dei vettori? Tra l’altro sempre più frequenti».
E sulla vicenda carte di credito, a che punto siamo?
«Anche qui Iata ha dimostrato di assumere una posizione predominante, oltre che decisioni unilaterali. Più che limitare gli agenti, il confronto andrebbe aperto con gli istituti di credito».
Per l’Italia il 2019 sarà l’anno del New Genn Iss, che sostituirà il Bsp.
«Nei Paesi in cui è già arrivato come quelli scandinavi, il New Genn Iss ha generato tanti problemi e siamo quindi molto preoccupati per quello che potrebbe accadere nel nostro Paese. Iata in questo momento non è dimensionata per supportare le agenzie di viaggi».