Il traffico aereo globale non tornerà ai livelli pre-pandemia almeno fino al 2024, un anno più tardi rispetto a quanto preventivato solo pochi mesi fa.
La previsione arriva direttamente da Iata e dal suo presidente, Alexandre de Juniac, che tra i motivi di questo ritardo ha indicato il difficile contenimento del virus che gli Stati Uniti stanno facendo.
Al contrario, sottolinea una nota dell’associazione, «altri Paesi hanno messo in campo politiche vincenti in termini di lotta al Covid-19», con effetti positivi per la ripresa del traffico aereo.
In generale però, a pesare sui bassi livelli di domanda sono sempre la debolezza del corporate travel e la scarsa fiducia dei consumatori.
Per quanto riguarda il numero di passeggeri, entro il 2021 ci sarà un “rimbalzo” del 62%, che però non permetterà di andare oltre a circa un terzo della domanda pre-Covid. Nel mese di giugno, conclude la nota della Iata, il traffico internazionale è crollato del 96,8% rispetto a dodici mesi prima.
Sempre nel mese di giugno, i vettori europei in particolare, hanno visto precipitare la domanda del 96,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, contro il 98,7% del mese di maggio.