by Andrea Lovelock | 21 Febbraio 2019 12:04
Strigliata di Alexandre de Juniac, direttore generale e ceo di Iata all’amministrazione Trump e al Congresso Usa per sollecitare un adeguamento delle infrastrutture aeroportuali e l’applicazione di normative non restrittive per fronteggiare la crescita dall’aviazione commerciale. Un comparto che, da qui al 2040, si prevede aumenterà del +62% in termini di movimenti passeggeri. Una presa di posizione che arriva dall’International Club Aviation, che si è tenuto a Washington nei giorni scorsi.
È indispensabile, secondo il numero uno di Iata, porre tutte le premesse per agevolare questo sviluppo dell’aviazione commerciale che solo negli States già contribuisce a generare 778 miliardi di dollari sul pil e assicura 6,5 milioni di posti di lavoro.
«I benefici sociali ed economici offerti dall’aviazione – ha aggiunto de Juniac – cresceranno con l’aumentare del numero di viaggi passeggeri che, sempre negli Usa, arriveranno a essere oltre 1,2 miliardi nel 2037, rispetto ai 780 milioni del 2017».
De Juniac ha evidenziato due fattori-chiave per garantire che l’aviazione sia in grado di soddisfare questo incremento: il mantenimento del regime di libera concorrenza e nell’adeguamento delle infrastrutture aeroportuali.
«La competizione favorisce l’innovazione e aiuta a ridurre i prezzi. Nel 1978 il governo degli Stati Uniti lo ha riconosciuto – ricorda de Juniac – e ha deregolamentato l’industria aerea, portando a tariffe più basse e un maggiore accesso ai viaggi aerei. Eppure oggi, nel Congresso Usa, qualcuno sta cercando di tornare indietro nel tempo, come dimostra la misura introdotta nel disegno di autorizzazione della Federal Aviation Administration (Faa) dello scorso anno con la richiesta al Dipartimento dei trasporti degli Stati Uniti di regolamentare le tasse accessorie delle compagnie aeree. Chiaro l’intento di eliminare il modello di “unbundling” che ha permesso alle compagnie aeree di mantenere basse le tariffe».
Il ceo di Iata ha, poi, evidenziato la necessità di ulteriori infrastrutture aeroportuali per favorire la crescita. «Sebbene gli Stati Uniti siano in una posizione leader rispetto alla maggior parte dei mercati esteri – denuncia – nessun nuovo grande aeroporto è stato aperto qui in quasi 25 anni».
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