Gli aerei di Iberia girano (quasi) a pieni motori sui cieli italiani e quest’estate la compagnia aerea del Gruppo Iag sfiorerà il livello del 2019 sul nostro Paese. Un risultato frutto di vari fattori: la scelta di destinazioni estive strategiche, il ruolo di Madrid come hub per i viaggi internazionali e nuovi spazi di mercato su Nord e Sud America.
Così Celia Muñoz, direttore vendite per Emea, Asia e Stati Uniti di Iberia, racconta il network estivo e gli investimenti della compagnia sul nostro Paese.
Quanto conterà nella summer il network sull’Italia?
«È un mercato molto importante e tra i Paesi europei è quello che cresce di più come apporto al nostro intero operativo. Per l’estate opereremo al 90% della capacità rispetto al 2019. Un passo importante che conferma l’attrattiva dell’Italia in alta stagione. oltre alle rotte su Roma, Milano, Bologna, Venezia, Torino, Napoli e Firenze entrano anche Catania, Olbia e Bari».
Tre rotte leisure strategiche…
«Saranno voli prettamente estivi ma che stanno ricevendo già un ottimo riscontro sul mercato. prevediamo due frequenze settimanali su Catania e Olbia nei mesi di giugno, luglio e settembre; mentre ad agosto passeremo a 4 frequenze. Su Bari, invece, voliamo con due frequenze settimanali da luglio a ottobre».
È prevista una crescita anche sulle altre rotte annuali?
«In estate arriveremo fino a 14o voli settimanali sull’Italia: una proposta molto forte che combina Iberia con la rete delle altre controllate Iberia express e Air Nostrum per poter servire al meglio il mercato in entrambe le direzioni. Bologna, Milano e Roma – in estate – avranno più di 3 frequenze giornaliere. Su Fiumicino passiamo da 27 a 32 frequenze ogni settimana, Linate e Malpensa passeranno a 28 frequenze, Napoli a 10; mentre su Bologna investiamo con forza passando da 15 a 21 frequenze settimanali».
Quanto contano i mercati di origine su questo operativo?
«Dipende dalle rotte. In generale i tre mercati (italiano, spagnolo e latinoamericano9 sono equamente distribuiti, ma su alcune destinazioni internazionali più leisure come Venezia il mercato iberico e latinomaericano ha il predominio. La rete Iberia, poi, è studiata per garantire connettività anche il lungo raggio perché l’Italia è importante anche come mercato di origine verso Nord e Sud America».
Quali sono i piani sul lungo raggio, quindi?
«Sul long haul raggiungeremo l’85% della capacità rispetto al 2019, un enorme passo avanti dopo due anni difficili per tutto il settore. Opereremo fino a 340 voli a lungo raggio a settimana, 220 verso l’America Latina e altri 120 attraverso il Nord Atlantico. Negli Usa recuperiamo tutte e sei le rotte del 2019 e aggiungiamo Dallas e Washington Dc per oltre 120 voli settimanali. Da giugno decolla, infatti, la nuova rotta per Washington Dc e poi anche da Dallas che è un hub di connessione molto importante per tutto il territorio statunitense ; oltre al ripristino dei voli per San Francisco e l’aumento di frequenze per Boston, Los Angeles, Miami e New York. Voleremo con una combinazione di A350 e A330 e continuiamo a rinnovare la flotta: nei primi sei mesi di quest’anno arriveranno tre A350-900 a lungo raggio e sei A320neo per rotte a medio e corto raggio».
E per il Sud America?
«Operiamo già su 15 Paesi, tra questi è molto importante l’Argentina dove arriveremo fino a 14 frequenze settimanali su Buenos Aires durante il picco estivo. Cresciamo anche in Perù, a Cuba con 5 frequenze e Santo Domingo con 7 frequenze a settimana. L’obiettivo, in questo caso, è raggiungere il 95% delle rotte pre-Covid verso l’America latina già entro quest’anno».