Ibm lancia il Digital Health Pass basato su blockchain
Un certificato elettronico di vaccinazione per tornare alla normalità. Ibm ha sviluppato l’applicazione “Digital Health Pass”, un modello di condivisione – basato su cloud ibrido, blockchain e intelligenza artificiale – capace di connettere tutti gli attori di un ecosistema e che permette al cittadino di conservare il controllo delle proprie informazioni sanitarie, decidendo di volta in volta con chi condividerle in modo sicuro, verificabile e affidabile: uffici, compagnie aeree, aziende di trasporto, controlli di frontiera, aziende dell’entertainment come cinema e stadi, istituzioni ed enti sanitari.
La pandemia ha di fatto impattato settori economici in cui la socialità e il movimento delle persone sono alla base dei servizi e dei prodotti che le varie aziende erano abituate a offrire. Basti pensare alle perdite del turismo e della ricettività alberghiera. Un problema globale che richiede una soluzione globale.
La Commissione europea ha avviato i lavori per ripristinare in sicurezza la libera circolazione delle persone all’interno dell’Ue e alla fine di gennaio ha pubblicato le linee guida di interoperabilità per riconoscere la validità del certificato di vaccinazione anti Covid in tutti i 27 Paesi. Parallelamente, le nazioni hanno incominciato a perseguire i propri piani di vaccinazione e man mano che le percentuali di persone vaccinate saliranno, i governi valuteranno come far ripartire i settori economici che sono stati fermati durante l’epidemia.
Per questo Imb ritiene necessario che il certificato di vaccinazione sia non solo un documento che contabilizzi l’avvenuta prestazione clinica per il sistema sanitario, ma che rappresenti un documento utile al cittadino per permettergli l’accesso a servizi in cui il distanziamento sociale è difficile da mantenere o da rispettare, adempiendo ai principi e agli articoli del Regolamento per la protezione dei dati personali (Gdpr) in Europa e in altri Paesi.
La piattaforma “Digital Health Pass” sviluppata funziona in quattro step: qualsiasi ente sanitario che eroga il vaccino genera un certificato verificabile e immodificabile e lo invia alla piattaforma; chi riceve il certificato lo carica nel suo telefono in modo da poterlo condividere con ogni organizzazione che lo richieda tramite un Qr Code; l’organizzazione verifica la veridicità del certificato e l’aderenza ai requisiti stabiliti per l’accesso ai servizi; le organizzazioni autorizzate possono accedere alle informazioni in qualsiasi momento, avendo la certezza del dato.
In diverse nazioni si incomincia a utilizzare la soluzione di Ibm. Nel Regno Unito, per esempio Prenetics, l’azienda globale di salute digitale, Circular 1 e Oxford Nanopore, che hanno integrato l’applicazione nei propri flussi di lavoro.
In aggiunta all’app “Digital Health Pass”, Ibm ha realizzato anche soluzioni per la gestione logistica della distribuzione dei vaccini e, in collaborazione con SalesForce, la piattaforma per la gestione e controllo del piano vaccinale nazionale e regionale.
Secondo l’azienda, la difficoltà principale non è tecnologica o sanitaria, ma la sfida è la cooperazione di più organizzazioni con cui i cittadini interagiscono ogni giorno, dai datori di lavoro alle scuole ai centri sanitari e agli uffici governativi. Tali soggetti hanno interessi diversi nell’utilizzo del certificato vaccinale, e la decisione sulle modalità di condivisione devono essere governate dal cittadino stesso. Affinché questo accada servono interoperabilità, flessibilità e fiducia.