Il 2023 è stato il miglior anno di sempre per le 250 strutture tra parchi a tema, faunistici, acquatici e avventura, che rientrano nei parchi divertimento italiani.
Lo rende noto l’Associazione Parchi Permanenti italiani, aderente a Federturismo Confindustria che evidenzia il costante miglioramento del comparto, dopo lo stop forzato del periodo di pandemia.
A salire sono tutti i principali indicatori monitorati e presi come riferimento dalla Siae (Società italiana degli autori ed editori): fatturato dato dalla vendita di biglietti 2023 +11% sul 2022, pari a circa 348 milioni di euro, e presenze a +6,39%, con 19.644.126 ospiti, una crescita questa favorita anche dall’aumento dell’offerta, cioè dei giorni di apertura, che nel 2023 sono aumentati del 14%, rispetto al 2022.
Da sottolineare, la crescita della spesa media per ospite, che si attesta a +4,2% sul 2022, pari a un +30% sul 2019, dato di gran lunga superiore rispetto ad altri settori dello spettacolo e dello sport, che riflette in parte l’andamento dei prezzi cresciuti in media solo del 5%.
Maurizio Crisanti, segretario nazionale Associazione Parchi Permanenti italiani, dichiara: «I dati fotografano un comparto particolarmente reattivo, composto da aziende e imprenditori che hanno scelto di investire, nonostante la crisi di liquidità dovuta alle chiusure del biennio 20/21».
In effetti nuove attrazioni, giochi, servizi aggiuntivi e nuovi parchi, hanno certamente contribuito a incrementare il flusso di visitatori che hanno dimostrato anche una propensione a spendere di più per esperienze di qualità. «Un trend destinato a proseguire nel triennio 24/27 – continua Crisanti – per il quale sono già stanziati altri 450 milioni di euro, allo scopo di b alto il livello dell’offerta e renderlo competitivo anche agli occhi della clientela straniera, molto incline a questo genere di proposte».
Anche il legame tra parchi divertimento e turismo si è particolarmente rinforzato nel 2023: il 64% delle visite ai parchi si concentra nei mesi estivi, con agosto che rappresenta, da solo, il 27% del totale.
Il rapporto Siae sottolinea come i parchi divertimento più grandi, tra cui Leolandia, Caribe Bay, Gardaland e Mirabilandia, siano ormai diventati vere e proprie destinazioni turistiche, con un impatto economico rilevante sui territori locali. Alcuni parchi attraggono oltre il 50% dei visitatori dall’estero, contribuendo significativamente al flusso turistico nazionale e internazionale.
Le strutture del nord Italia, con il Veneto su tutte, dominano il mercato e la regione registra un quarto delle presenze e oltre 143 milioni di incassi al botteghino, seguono Emilia Romagna e Lombardia in crescita. Da segnalare la performance del centro Italia, in particolare del Lazio, regione che, da sola, registra il 13,8% dei visitatori nazionali, con un più che significativo +30,3% sugli incassi da biglietteria rispetto al 2022. Sostanziale tenuta per Sud e isole che rappresentano, rispettivamente, l’8,8% e il 5,4% del totale nazionale.
Luciano Pareschi, presidente Associazione Parchi Permanenti italiani, così commenta i dati: «Questi risultati non ci sorprendono e ci collocano a pieno titolo tra i settori trainanti del turismo. Proprio in seguito ai lockdown, è emerso un rinnovato bisogno di socializzazione da parte del pubblico, che si è accompagnato a una domanda di esperienze concrete, reali, aggregative a cui il nostro comparto ha saputo rispondere efficacemente. Nel nostro campo l’intelligenza artificiale e, più in generale, la tecnologia digitale stanno già da tempo contribuendo a perfezionare, migliorare e rendere ancora più complete ed immersive le proposte di intrattenimento, ma non potranno mai sostituirle, perché l’individuo vuole ancora essere il protagonista assoluto del proprio tempo libero».