Nonostante conflitto, pandemia e inflazione, la voglia degli italiani di concedersi anche un piccolo viaggio per le vacanze pasquali resta molto alta. Lo sottolinea la ricerca di Ipsos, Future4Tourism, segnalando come il 44% degli italiani è intenzionato a prendersi una pausa durante il periodo pasquale; una quota del tutto simile a quella misurata per la Pasqua 2018, in piena epoca pre-Covid.
La pausa pasquale vedrà suddividersi quasi equamente coloro che si concederanno una gita fuori porta (23%) e chi invece pensa di concedersi un long week-end o anche periodi più lunghi con pernottamento (21%) decidendo per lo più di rimanere in Italia (circa 2 vacanzieri pasquali su 3). L’indagine di ipsos, però, è ancora previsionale perché la quota di chi ha già effettuato una prenotazione è ancora ferma al 12%.
Allargando lo sguardo a tutto il periodo primaverile, i programmi di viaggio per i mesi di aprile, maggio e giugno, vedono quasi 7 italiani su 10 pronti a fare le valigie. Ancora una volta l’Italia sarà la destinazione più scelta (68%) con valori sempre superiori al periodo pre-Covid.
Riguardo al peso dell’inflazione sulle scelte di viaggio dei nostri connazionali, Ipsos segnala che tra i potenziali viaggiatori primaverili 7 su 10 non sono disposti a rinunciare al viaggio ma 5 su 10 sono consapevoli che, pur viaggiando, dovranno stare attenti al budget e, se necessario, fare qualche rinuncia. Tre sono in particolare le strategie per cercare di contenere i costi: evitare ponti e alta stagione; scegliere sistemazioni più economiche rispetto a quanto abituati a fare; ridurre la frequentazione di ristoranti e bar.
È indubbio che gli operatori turistici stanno già guardando all’estate. Da un lato i dati sono rassicuranti: a inizio marzo il 58% prevede di fare vacanze tra luglio e settembre, il dato più alto registrato dal 2018. Dall’altro si riduce la quota di coloro che hanno già prenotato.