Il bicchiere mezzo pieno
delle Olimpiadi di Parigi
Parigi brinda con il bicchiere mezzo pieno. Le prime stime degli introiti derivanti dalle Olimpiadi appaiono un po’ al di sotto delle aspettative, anche se gli studi previsionali sulle ricadute per i prossimi 10 anni rimangono promettenti. I sabotaggi ferroviari che hanno creato pesanti disagi a 800.000 utenti nel giorno della cerimonia d’inaugurazione non erano stati un buon viatico, ma le radici sul mezzo flop dell’ospitalità affondano altrove. Vediamo.
OSPITALITÀ, I CONTI NON TORNANO
Sembra sorprendente, eppure – come rileva TravelAge West, citando il rapporto dell’aggregatore di dati Similarweb – le Olimpiadi non hanno avuto il potere di incrementare le prenotazioni turistiche a Parigi. Secondo il CoJop – Comitè d’organisation des Jeux olympiques et paralympiques – gli incassi per la biglietteria delle gare si attestano sui 1,2 miliardi di euro: venduti oltre 9 milioni di biglietti, una cifra record rispetto alle precedenti edizioni dei Giochi. Gli introiti derivanti dal settore dell’ospitalità – e quindi il segmento turistico-ricettivo – si fermano però a 200 milioni di euro.
Ridimensionato, dunque, l’impatto dei visitatori: e pensare che fino a qualche mese fa si azzardava la cifra monstre di 15 milioni di turisti, ma pare che il volume di traffico, alla fine, risulterà molto inferiore.
Nel dettaglio le prenotazioni di alloggi nella capitale francese durante i primi sei mesi del 2024 mostrano un calo del 14% rispetto al 2023. Diminuiti anche i primi 10 mercati turistici in entrata a Parigi, ad eccezione degli Stati Uniti (cresciuti solo del 5% nella prima metà del 2024). In declino i turisti provenienti dai Paesi Bassi (-38%), Canada (-33%), Regno Unito e Spagna (-20%), Italia (-13%), altre regioni della Francia (-12%) e Germania, Svizzera e Belgio (-7%).
In controtendenza due Paesi, che invece hanno aumentato le prenotazioni a Parigi: la Serbia con un poderoso +88% nella crescita anno su anno – pesa l’effetto Djokovic, che disputa la sua ultima Olimpiade – e la Croazia registra una crescita del 73%. sempre anno su anno.
Meno Parigi, più Francia. Nel senso che, rispetto alla capitale, altre città hanno attirato l’attenzione, secondo i dati tratti dalle visite alla pagina di pagamento di Air France. Biarritz e Cannes sono sempre più popolari tra i viaggiatori francesi e britannici, Lille fa colpo sui turisti dal Regno Unito e dalla Germania. Annecy è particolarmente apprezzata dai tedeschi. Per gli americani crescita anno su anno delle ricerche di alloggi online, tramite Booking, per Provenza, Lione, Marsiglia, Bordeaux, Nizza, Tolosa, Lille e Cannes.
I CONTI CHE TORNANO
Il merchandising olimpico dovrebbe fruttare intorno ai 150 milioni di euro, ma ovviamente la parte del leone nel computo degli introiti la fanno le cosiddette top partnership, che valgono complessivamente 500 milioni di euro, e i diritti televisivi, che hanno generato incassi per 750 milioni di euro. Tra i 16 top partner delle Olimpiadi figurano player di primo piano, che sono parte integrante della filiera turistica come Airbnb, Allianz, Deloitte, Alibaba e Visa.
A conti fatti, il giro d’affari dei Giochi – secondo quanto riportato dal noto quotidiano Le Monde – sarà superiore ai 4 miliardi di euro, a fronte di una spesa per l’organizzazione che si attesta sui 4,7 miliardi, ben inferiore a quanto è stato speso dal Giappone per i giochi di Tokyo (intorno ai 10 miliardi di euro).
Ma è la ricaduta a breve termine che fa ben sperare i francesi, perché gli studi economici stimano un incremento sul Pil di almeno 11 miliardi e un positivo riscontro proprio sul turismo, che dovrebbe beneficiare di forti incrementi sia in termini di soggiorni che di incassi. La stessa ministra dello sport francese, Amelie Oudéa-Castéra, nei mesi scorsi, aveva ipotizzato un range tra i 7 e gli 11 miliardi di euro quale ricaduta economica complessiva dei Giochi.
IL CASO SENNA
“La Senna è fortunata” è l’incipit di una famosa poesia di Jacques Prevert. Sarà, ma fino a stamane – quando si è disputata la finale di Triathlon femminile, con tanto di frazione di nuoto, vinta dalla francese Beaugrand – la douce Seine aveva trasportato polemiche a non finire – e non solo – dopo due allenamenti annullati e il rinvio della gara degli uomini causa inquinamento. I francesi, infatti, hanno speso oltre un miliardo di euro, per rendere balneabile il fiume, rischiando un flop storico, ma come scrive Alessandro Fulloni del Corriere della Sera, «evidentemente il colossale business della bonifica della Senna, su cui le amministrazioni francesi hanno scommesso tantissimo, doveva andare avanti a ogni costo».
Resta la maxispesa, così come la figuraccia internazionale – alcune atlete si sono lamentate oggi a fine gara per la corrente – dopo una giornata che i cugini d’Oltralpe faticheranno a digerire. Costretti ad alzarsi in piedi per applaudire le quattro moschettiere azzurre della Spada – Fiamingo, Santuccio, Rizzi e Navarria – che hanno vinto l’Oro proprio contro le beniamine di casa in un Grand Palais ammutolito. C’est la vie.
LA FRANCIA RADDOPPIA
Nonostante tutto, la Francia non lascia e raddoppia. Incassa infatti un altro pesante sì a livello olimpico e porta a casa anche i Giochi invernali del 2030. Il Cio ha assegnato alle Alpi francesi le Olimpiadi invernali – già ospitate a Chamonix nel 1924, a Grenoble nel 1968 e ad Albertville nel 1992 – in programma fra 6 anni, ma “a determinate condizioni”, sottolinea l’Echo Touristique. La Francia, cioè, deve presentare “garanzie finanziarie”. Non proprio un dettaglio in un Paese con un panorama politico discretamente caotico. Emmanuel Macron, comunque, ha dichiarato che avrebbe «chiesto al prossimo Primo Ministro non solo di includere questa garanzia, ma anche di promulgare una legge olimpica».
“Per la prima volta non è una città, ma un’intera catena montuosa a essere designata per ospitare i Giochi olimpici invernali», il commento di Jean-Luc Boch, presidente dell’Associazione nazionale dei sindaci delle località di montagna.
QUI FRANCIA, A TE MILANO-CORTINA
Stretto in una morsa tra i due rendez vous francesi l’italianissimo appuntamento con le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina, nel 2026. E anche qui, strada facendo, non sono tutte rose e fiori. C’è anche una voragine nelle spese da 107 milioni di euro denunciata dalla Corte dei Conti del Veneto nel suo rapporto sulla ragioneria regionale.
Le presenze turistiche, però, dovrebbero beneficiare dell’effetto olimpico – insieme al Giubileo – e Unioncamere prevede, globalmente, 35 milioni di visitatori in arrivo nel nostro Paese. Per Milano-Cortina dovrebbero essere 513.000, +34% rispetto allo stesso periodo del 2023, per 1,8 milioni di presenze, in generale, e una spesa turistica di 281 milioni di euro.
La “benedizione definitiva” ai Giochi invernali è arrivata il 20 marzo scorso, con l’approvazione definitiva al decreto sulla realizzazione delle opere infrastrutturali per Olimpiadi e Paralimpiadi. Ci vediamo dal 6 al 22 febbraio 2026.
Fabrizio Condò e Andrea Lovelock
Giornalista professionista, innamorato del suo lavoro, appassionato di Storia, Lettura, Cinema, Sport, Turismo e Viaggi. Inviato ai Giochi di Atene 2004
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