by Serena Martucci | 11 Gennaio 2019 19:30
No al trasferimento del turismo dal ministero dei Beni culturali a quello dell’Agricoltura. Lo stop arriva direttamente dal Consiglio di Stato che ha bocciato la decisione del governo giallo-verde di trasferire la delega al settore al dicastero guidato da Gian Marco Centinaio, oggi ribattezzato Mipaaft.
Il provvedimento – scrivono i giudici di Palazzo Spada – sembra «una mera sommatoria di competenze spostate tra direzioni generali quasi con la tecnica del copia e incolla», priva di una «visione strategica di insieme». Mancano, poi, la bollinatura della Ragioneria dello Stato e gli atti di concerto. In sintesi,«il parere non può non essere perplesso».
I giudici amministrativi, nell’analizzare il decreto che spostava la delega, sottolineano che il turismo non può essere trattato «come funzione ancillare di altre funzioni statali, siano esse quelle riguardanti i beni culturali, siano quelle riguardanti l’agricoltura, l’alimentazione e le foreste, ma semmai come legante di un coordinamento complesso tra tutte le forme di presentazione e di produzione del territorio italiano nella loro potenzialità di fruizione turistica».
Si tratta, infatti, di una materia« di speciale complessità», dunque «non appare congruente con l’impianto costituzionale, oltre che legislativo primario, trattare il turismo come un aggregato della funzione riguardante l’agricoltura e le foreste».
Il parere era stato richiesto lo scorso 18 dicembre dal Dipartimento degli Affari giuridici di Palazzo Chigi. Ora spetta proprio alla Presidenza del Consiglio, concludono i giudici di Palazzo Spada, «valutare nella sua responsabile discrezionalità l’opportunità di una rivisitazione del testo nel senso indicato, nonché l’opportunità dell’ulteriore corso del provvedimento con gli attuali contenuti».
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