Il cuore oltre l’ostacolo – Editoriale
C’era una volta un pugno chiuso, un legaccio a stringerlo, una matita incastrata nel mezzo. C’era di fondo un afflato: scrivere tutto e di più, abbattere la diga del politically correct, rimodulare l’indole trade. C’era però la coscienza che i tempi non fossero maturi, le spalle non ancora abbastanza larghe. È trascorso un anno esatto da quella copertina così schietta di fine dicembre 2023. Oggi, a dodici mesi di distanza, torna il nostro speciale Fatti dell’Anno che intende raccontare, sì le notizie del 2024, ma anche il cammino compiuto da un gruppo di persone – la redazione de L’Agenzia di Viaggi Magazine – oggi in grado di gettare il cuore oltre l’ostacolo. Concetto ben impresso nella cover di questo numero che vede una mano aperta, non più serrata, che quel cuore lo cinge. Per poi lanciarlo “oltre”, quando e se necessario.
Lo abbiamo fatto più volte nel corso di questi mesi di narrazione. Quella volta in cui, in Bit, abbiamo portato il tema del burn-out e della salute mentale nel travel con il titolo “Torniamo umani”. Quell’altra in cui, alla fiera di Rimini, non abbiamo esitato a schierarci contro le guerre al grido di “Stop war”. E ancora quando, all’indomani del veto governativo alla maternità surrogata, abbiamo acceso un riflettore sul valore del segmento Lgbtq+ nel family tourism, ponendo in copertina due papà con un bimbo per mano e la scritta “Con te partirò”.
“Coraggiosi”, ci ha definito qualcuno. Ma non ci siamo mai sentiti tali. E ci preme spiegarvi perché: il nostro spirito guida (meglio detto linea editoriale) non è barricadero, né ostile a qualsivoglia fazione, non ne avremmo ragione. È il buon senso a indicarci la via, oltre a una certa utopia: quella che ci lascia credere che il giornalismo turistico possa superare se stesso, offrendo il suo contributo al dibattito collettivo sui grandi temi.
Oltre al cuore di cui sopra, infatti, il travel ha per definizione in pugno il mondo e possiede perciò tutti gli elementi per affermare – come abbiamo fatto quest’anno – che in termini di sostenibilità “Si può fare di più”, che il climate change impone una “Piroetta” agli addetti ai lavori, che l’overtourism in certi luoghi incatena residenti e turisti in una sorta di prigione con il “Mare fuori”.
Raccontare è il nostro mestiere. Non sapremmo farlo altrimenti.
Ci rivediamo nel 2025, cari lettori. Con un solo buon proposito: fornirvi contenuti tali per cui il tempo che trascorrerete a leggerci non sia mai tempo perso.