by Roberta Rianna | 20 Dicembre 2024 7:00
[1]C’era una volta un pugno chiuso, un legaccio a stringerlo, una matita incastrata nel mezzo. C’era di fondo un afflato: scrivere tutto e di più, abbattere la diga del politically correct, rimodulare l’indole trade. C’era però la coscienza che i tempi non fossero maturi, le spalle non ancora abbastanza larghe. È trascorso un anno esatto da quella copertina così schietta[2] di fine dicembre 2023. Oggi, a dodici mesi di distanza, torna il nostro speciale Fatti dell’Anno[3] che intende raccontare, sì le notizie del 2024, ma anche il cammino compiuto da un gruppo di persone – la redazione de L’Agenzia di Viaggi Magazine – oggi in grado di gettare il cuore oltre l’ostacolo. Concetto ben impresso nella cover di questo numero[4] che vede una mano aperta, non più serrata, che quel cuore lo cinge. Per poi lanciarlo “oltre”, quando e se necessario.
Lo abbiamo fatto più volte nel corso di questi mesi di narrazione. Quella volta in cui, in Bit, abbiamo portato il tema del burn-out e della salute mentale nel travel con il titolo “Torniamo umani”[5]. Quell’altra in cui, alla fiera di Rimini, non abbiamo esitato a schierarci contro le guerre al grido di “Stop war”[6]. E ancora quando, all’indomani del veto governativo alla maternità surrogata, abbiamo acceso un riflettore sul valore del segmento Lgbtq+ nel family tourism, ponendo in copertina due papà con un bimbo per mano e la scritta “Con te partirò”[7].
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“Coraggiosi”, ci ha definito qualcuno. Ma non ci siamo mai sentiti tali. E ci preme spiegarvi perché: il nostro spirito guida (meglio detto linea editoriale) non è barricadero, né ostile a qualsivoglia fazione, non ne avremmo ragione. È il buon senso a indicarci la via, oltre a una certa utopia: quella che ci lascia credere che il giornalismo turistico possa superare se stesso, offrendo il suo contributo al dibattito collettivo sui grandi temi.
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Oltre al cuore di cui sopra, infatti, il travel ha per definizione in pugno il mondo e possiede perciò tutti gli elementi per affermare – come abbiamo fatto quest’anno – che in termini di sostenibilità “Si può fare di più”[14], che il climate change impone una “Piroetta”[15] agli addetti ai lavori, che l’overtourism in certi luoghi incatena residenti e turisti in una sorta di prigione con il “Mare fuori”[16].
Raccontare è il nostro mestiere. Non sapremmo farlo altrimenti.
Ci rivediamo nel 2025, cari lettori. Con un solo buon proposito: fornirvi contenuti tali per cui il tempo che trascorrerete a leggerci non sia mai tempo perso.
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