I voucher, prima di tutto. Aboliti, senza troppo pensare alle conseguenze su un settore a elevata stagionalità come il turismo. E poi due o tre altre ricette per crescere nel turismo del Terzo Millennio. Graziano Debellini, com’è nello stile del personaggio, perfettamente a suo agio in polo e pantaloni casual in mezzo alle grisaglie di Cassa Depositi e Prestiti, ha parlato senza troppi peli sulla lingua in occasione della presentazione del progetto riqualificazione dell’ex Ospedale a Mare al Lido di Venezia (che coinvolgerà Cdp, Th Resorts e Club Med).
«In Italia dobbiamo sconfiggere l’idea che piccolo è bello. Ci vuole un cambio di mentalità tra gli operatori del turismo, i proprietari devono aprirsi ai i capitali e seguire un piano industriale», ha detto il presidente di Hotelturist (Th Resorts) che non a caso ha ricordato come Cassa Depositi e Prestiti, attraverso la controllata Cdp Equity, detenga circa il 46% della società.
Reso omaggio a un modello che, secondo Debellini, potrebbe essere replicato anche da altri, non è mancato l’assist al ministro delle Politiche agricole e del Turismo, Gian Marco Centinaio, seduto in platea, che anche recentemente ha ribadito come la reintroduzione dei buoni lavoro rappresenti un suo sogno nel cassetto.
«Anche se il nostro business, basato sia sulla neve d’inverno che sul mare d’estate, ci permette di avvertire meno la precarietà del lavoro stagionale, togliere i voucher è stata una vergogna. Si trattava di uno strumento che sia in agricoltura che nel turismo era di grandissimo aiuto», ha sottolineato il patron di Th Resorts.
E poi un’ulteriore richiesta all’esecutivo gialloverde: «L’incertezza politica di certo non aiuta un mestiere come il nostro. Ancora più grave, però, sono le tasse sulla nostra attività. Fare dei margini è molto più difficile, quando ci mettiamo sul mercato, troviamo che i nostri concorrenti nel Mediterraneo partono già in partenza in posizione di vantaggio. E non parliamo poi di quanto succede se ci mettiamo a considerare anche l’Iva».
E la politica? «Abolire il tax credit è stato un errore, uno strumento fondamentale per riqualificare la nostra offerta alberghiera», è stata la replica concessa dal ministro Centinaio, che ha insistito poi su come l’Italia debba diventare più attrattiva per il turismo high spending, «adeguando prodotti turistici e servizi d’accoglienza». In linea, non a caso, con quanto va ripetendo da tempo la nuova Enit targata Giorgio Palmucci.