Il futuro passa dal turismo accessibile (ma si deve fare di più)

by Andrea Lovelock | 11 Giugno 2024 15:21

Tanta formazione e fare rete per costruire il turismo accessibile e inclusivo: questo il mantra del format itinerante #Masterclass, spin off di Travel Hashtag, che nei giorni scorsi ha fatto tappa nella città di Udine, affrontando il tema dal significativo titolo “Accessibility for Future”. Un evento organizzato in collaborazione con Willeasy e l’associazione “Io ci vado”.

«A Udine abbiamo provato ad affrontare un argomento complesso come quello del turismo accessibile e inclusivo, dando voce a professionisti, imprenditori, associazioni e startup che hanno contribuito alla discussione con spunti interessanti e un approccio costruttivo – ha spiegato  Nicola Romanelli, presidente di Travel Hashtag e ideatore anche di questo format – Le parole più ricorrenti sono state formazione, rete e soprattutto opportunità. Opportunità di business per un segmento che meriterebbe di essere sviluppato e gestito come uno degli asset principali dell’industria del travel. Ma anche opportunità di maturare una consapevolezza che porti ad approcciare, a ogni livello, il tema dell’inclusività come elemento portante della pianificazione e della gestione di spazi, iniziative e progetti in ambito turistico».

L’iniziativa, patrocinata dal Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Comune di Udine, Camera di Commercio Pordenone-Udine, Confesercenti Udine, Anglat, Fish FVG (Federazione Italiana Superamento Handicap), PromoTurismoFvg, Associazione Startup Turismo, si è sviluppata in modalità “diffusa” tra momenti formativi, informativi e di confronto in location differenti.

Nella prima parte dell’evento, presso l’auditorium Zanon, Romanelli e Zaira Magliozzi, cofounder di Nebula e content creator, hanno parlato di “Competenze e professioni del turismo di domani” davanti a un centinaio di ragazzi di scuole e università impegnati in percorsi di studi legati alla promozione del territorio e all’ospitalità. In chiusura, Annalisa Noacco, responsabile diversity & inclusion di Willeasy, ha informato e poi ingaggiato gli studenti sul tema e sul valore dell’inclusività in ambito turistico.

Nella sessione successiva, un talk sul tema “Accessibilità e inclusione, un turismo per tutti” con i contributi di numerosi testimonial come il ministro per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che ha inviato un messaggio con il quale ha voluto evidenziare come ci sia «bisogno di un cambio di prospettiva concreto, diffuso e che coinvolga davvero tutti: istituzioni, privati e singoli cittadini. Progettare e immaginare qualsiasi luogo e qualsiasi evento che intendiamo realizzare in maniera universalmente accessibile e fruibile è una grande sfida e una responsabilità che appartiene a tutti».

Da parte sua, Alessandra Priante, presidente Enit, in collegamento da Roma, ha osservato: «L’inclusione e l’accessibilità sono elementi imprescindibili per qualsiasi politica di turismo responsabile e sostenibile. È fondamentale, in particolare, la sostenibilità sociale, con il coinvolgimento delle comunità locali in un progetto di accoglienza più ampio».

Molto circostanziata la riflessione di William Del Negro di Willeasy e dell’associazione “Io ci Vado”: «Formazione, integrazione, condivisione, business, open data. Questo il take away relativo al focus di due giorni sul turismo per le persone con esigenze diverse, legate sia alle varie forme di disabilità, ma anche all’età o all’alimentazione o a momenti particolari della vita. Il turismo è business, le persone con disabilità o con necessità di accessibilità sono clienti e come tali devono essere trattati. Le aziende che offrono soluzioni accessibili per viaggiare meglio e migliorare la ricettività dei territori, facilitando mobilità e spostamenti stanno crescendo, ma sono ancora poche. È necessario che venga reso disponibile un sistema di open data accessibile a tutti, che permetta di creare concorrenza, facendo risparmiare soldi pubblici e sviluppando innovazione. Progetti di mappature territoriali o portali locali dedicati al turismo inclusivo sono destinati a fallire, perché, senza una visione di lungo periodo legata all’aggiornamento continuo e la messa in rete dei dati, non possono essere sostenibili. Solo una forte collaborazione pubblico-privato con modelli di business efficaci può contribuire a invertire la rotta».

Infine, Miguel Carrasco Hernández di Tur4all Travel e Impulsa Igualdad ha ribadito che senza formazione e comunicazione continua e qualitativa, per l’industria del turismo sarà difficile cambiare l’approccio attuale nei confronti dell’accessibilità e dell’inclusione. E occorre uno switch culturale.

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