Entro il mese di luglio ci sarà il via libera alle fiere internazionali: è quanto emerso al termine di un incontro tra il ministro del Turismo Massimo Garavaglia, degli Esteri Luigi di Maio, dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, della Salute, Roberto Speranza e i vertici di Aefi (Associazione Esposizioni e Fiere Italiane), con il presidente Maurizio Danese e il vice Luca Palermo.
Cresce dunque l’attesa per una riapertura in sicurezza da parte dei centri fieristici italiani, che sono fermi praticamente da 14 mesi e che fino ad oggi hanno perso tanto e ricevuto ben poco in termini di ristori. Basti pensare che solo i principali centri fieristici italiani, di Milano, Bologna, Rimini, Verona e Vicenza hanno fatto registrare perdite per quasi 500 milioni di euro, ricevendo ristori per appena 4 milioni di euro. Al momento, però, resta confermata la Bmt di Napoli in versione open air, in programma dal 28 al 30 maggio alla Mostra d’Oltremare.
Nel complesso il quadro generale del sistema fieristico, colpito dall’emergenza Covid, è molto simile rispetto ai big player, come ci tiene a precisare Maurizio Danese: «Con il governo Conte bis sono stati stanziati dei fondi importanti per il ristoro delle perdite e delle spese delle fiere. Provvedimenti che devono, però, ancora essere concretizzati e che attendono l’attuazione dal nuovo governo».
Per enfatizzare il concetto di urgenza Danese ribadisce che il settore fieristico è stato il primo a chiudere e sarà l’ultimo a riaprire, ed ora è essenziale poter avere la certezza di pianificare da giugno e quindi poter contare su uno specifico provvedimento di programmazioni e sostegni al settore fieristico, per poter programmare eventi nel secondo semestre dell’anno per non compromettere del tutto un’altra stagione operativa, che sarebbe di fatto il secondo anno nero per il mondo delle fiere.