Sul tema vaccini buoni e vaccini cattivi, la Regione Lazio si schiera in maniera decisa a favore di un’apertura. L’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, attraverso una nota afferma che «non riconoscere ai fini della certificazione vaccinale chi si è immunizzato con Sputnik arreca un danno al turismo e è un problema anche per gli italiani in Russia e i cittadini di San Marino».
Quello che il rappresentante della giunta regionale sostiene è che «sia utile studiare formule che consentano ai fini del green pass, il riconoscimento di questo farmaco, superando il paradosso che vede lo Sputnik adatto al progetto Covax, gestito dall’Oms per garantire a tutti i Paesi del mondo l’accesso al vaccino, per poi non riconoscerlo come certificazione vaccinale», aggiunge.
«Il mancato riconoscimento ai fini di avvenuta vaccinazione dello Sputnik – ribadisce D’Amato – è un danno al nostro settore turistico poiché viene meno il flusso proveniente dalla Federazione Russa, che è stato sempre significativo per il nostro Paese e anche per Roma Capitale».
Un endorsement che arriva dall’assessorato alla Salute, che fa da sponda a quello del Turismo, e fa eco alle varie prese di posizione – in primis il Wttc – per l’elaborazione di un elenco unico e onnicomprensivo dei vaccini ammessi nei diversi Paesi.