Il mercato Usa ritorna e traina il business dell’hôtellerie italiana
L’hôtellerie in Italia può guardare con fiducia al 2023, che si prospetta molto positivo con un consolidamento del fatturato derivante dalle performance di alcuni mercati esteri “trainanti”, in particolare quello Usa.
È la sintesi dell’analisi elaborata da Francesco Calia, head of hotels di Cbre Italy, provider internazionale specializzato in servizi dedicati all’alberghiero. Calia, nella sua dettagliata analisi, osserva che «nella prima metà del 2022 l’economia italiana ha dimostrato resilienza e forte capacità di recupero, superiore sia rispetto ai principali Paesi europei che alle previsioni e alle aspettative di mercato. Tale crescita è stata trainata dal settore dei servizi, in particolare da quello turistico, con una performance che ha compensato il dato negativo registrato dal settore industriale e agricolo. Nell’attuale contesto di elevata e crescente inflazione il settore alberghiero sta mostrando segni di forte ripresa».
Gli ultimi dati disponibili (aggiornati a giugno 2022, fonte Aica), mostrano infatti variazioni ampiamente positive nelle principali città italiane rispetto a giugno 2021. In particolare si osservano variazioni positive a tre cifre sia in termini di occupancy – dove in testa troviamo Firenze al +211%, seguita da Roma al +206%, Venezia al +203% e Milano al +157% – sia in termini di revenue per available room (revpar), ovvero fatturato generato per camera disponibile, con Firenze al +499%, Venezia +347%, Milano +358% e Roma +313%.
In generale, tutto il settore alberghiero italiano è in grande fermento con un indicatore revpar che nel 2022 ha già superato del 15% il livello del 2019, ovvero pre-pandemia. La ripresa del settore è stata a diverse velocità e sicuramente è stata trainata dall’adr (average daily rate), a eccezione dei resort che si sono rivelati i più resilienti sia in termini di tassi di occupazione che di adr.
«Nel nostro Paese – commenta Calia – la ripresa generale delle presenze turistiche nel 2022 ha ricevuto un contributo importante dal notevole rafforzamento dei flussi di arrivi internazionali e dagli Stati Uniti in particolare, come effetto del recente apprezzamento del dollaro sull’euro. Questo andamento conferma che la competitività di prezzo delle strutture ricettive turistiche italiane dipende significativamente dai tassi di cambio, che condizionano sia i flussi turistici internazionali in entrata sia quelli domestici in uscita, determinando la domanda netta interna di servizi turistici».
Riguardo alle prospettive del 2023 Calia entra nel merito degli investimenti immobiliari finalizzati all’hôtellerie e non ha dubbi: «In termini di outlook l’attività di sviluppo in essere nel settore lusso ed extra lusso e le aperture di catene alberghiere internazionali di questa fascia fanno sperare in una pipeline di investimenti ambiziosa per i prossimi 18/24 mesi, nonostante l’aumento dei prezzi delle materie prime e dei costi di costruzione che non hanno fermato le operazioni di sviluppo. Continuiamo a vedere sul mercato opportunità value-add, un trend che ci attendiamo in crescita anche per il 2023».
Infine, in termini di performance gestionali, per Calia la categoria degli urban hotel dovrebbe ottenere un’ulteriore crescita del revpar grazie al pieno recupero dell’occupazione nel 2023, che nel primo trimestre del 2022 era ancora ostacolata dal Covid.