“A decorrere dal 31 marzo 2021, la direzione generale Turismo del ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo, con i relativi posti funzione di un dirigente di livello generale e di tre dirigenti di livello non generale, sono trasferiti al ministero per il Turismo”. È quanto previsto dalla bozza del cosiddetto decreto ministeri, che prevede tra l’altro l’istituzione dei nuovi dicasteri della Transizione ecologica e della Transizione digitale, oltre al passaggio della “t” dal Mibact a un ministero a sé.
Si tratta di un testo snello, al momento di soli dieci articoli, a cui in queste ore sta lavorando il governo e che, riguardo al nuovo ministero guidato da Massimo Garavaglia, precisa come gli siano “attribuite le funzioni e i compiti spettanti allo Stato in materia di turismo, eccettuate quelle attribuite ad altri ministeri o ad agenzie, e fatte salve in ogni caso le funzioni conferite dalla vigente legislazione alle regioni e agli enti locali”.
Un dicastero, quello guidato dal leghista di area Giorgetti, che nello schema del governo Draghi non avrà alcun sottosegretario, perdendo quella Lorenza Bonaccorsi (Pd) che nei mesi di emergenza sanitaria è stata l’unico vero interlocutore di agenzie di viaggi e tour operator.
PRIMO INCONTRO DI GARAVAGLIA CON LE REGIONI. Nel frattempo, dopo l’intervento di supporto agli operatori dello sci e la promessa di ulteriori 400 milioni di euro per adv e tour operator, il neo ministro Garavaglia ha incontrato in un summit virtuale la Commissione Turismo e Industria alberghiera della Conferenza delle Regioni: «Un confronto ampio e approfondito che ha sancito un metodo di lavoro fondato sulla concertazione fra lo Stato e le Regioni per rilanciare il turismo nel nostro Paese», ha raccontato il Daniele D’Amario, coordinatore della commissione e assessore della Regione Abruzzo.
«C’è la consapevolezza che occorra un gioco di squadra per risollevare un settore che più di altri ha pagato un prezzo alto alla crisi dovuta alla pandemia e rispetto al quale occorre un’azione rapida sul piano dei ristori. Il primo tema che abbiamo affrontato – ha riferito D’Amario – è la necessità di ricostruire in tempi rapidissimi una governance del sistema turistico, considerando anche l’ipotesi di una cabina di regia per un confronto permanente.
Un secondo tema ha riguardato le grandi opportunità legate al Revovery Fund, lavorando su interventi strutturali per innovazione e digitale per migliorare l’offerta turistica italiana.
Terzo tema su cui abbiamo richiamato l’attenzione del ministro è quello dei vincoli legati alle direttive Bolkestein. Si tratta di una questione trasversale su cui il nuovo ministero del turismo può svolgere un ruolo chiave, di regia, per individuare rapidamente soluzioni che sono quanto mai urgenti per l’economia di molte zone balneari».
Con il ministro del Turismo le regioni hanno anche condiviso un’agenda dei lavori. Tra le priorità: «Un piano di investimenti a fondo perduto affinché siano ammodernate le nostre strutture ricettive; iniziative per facilitare l’accesso al credito; agevolazioni fiscali; sviluppo digitale con una piattaforma per la governance turistica della destinazione Italia attraverso un dms – destination management system; qualità dell’informazione statistica con la creazione di un database delle strutture ricettive; un piano di promozione turistica dell’immagine Italia nel mondo; investimenti specifici per puntare di più su turismo sostenibilità e mobilità lenta; impegno nell’Unione europea per la costituzione di un Fondo Europeo Speciale per il turismo; armonizzazione di standard di gestione dei servizi di informazione, accoglienza e assistenza turistica, garantendo standard ma valorizzando le peculiarità regionali; aggiornamento della normativa e della regolamentazione turistica con un Testo Unico generale».
FIDUCIA DA PARTE DEGLI ASSESSORI. Soddisfatto l’assessore della Lombardia, Massimo Sertori: «Il ministro – ha detto – oltre ad aver ascoltato i singoli interventi dei rappresentanti regionali, ha sottolineato come la sua attività sarà caratterizzata da una collaborazione stretta con le Regioni, attraverso una sinergia istituzionale che è condizione per raggiungere obiettivi ambiziosi».
Tra gli interventi anche quello dell’assessore regionale alle Attività produttive e Turismo del Friuli Venezia Giulia, Sergio Emidio Bini, che ha proposto l’istituzione di un fondo di rotazione nazionale dedicato al turismo, sull’esempio di quello che la regione ha istituito a livello locale con la norma SviluppoImpresa. «Sono molto soddisfatto di questo primo confronto con Garavaglia che ha definito molto interessante l’idea di istituire una sezione specifica per il turismo nel fondo rotativo di garanzia», ha concluso Bini.