Il Perù riapre Machu Picchu ai turisti
Nonostante il perdurare della crisi politica e sociale in Perù, con le proteste che proseguono ancora in molte città, il governo nazionale sta cercando in tutti i modi di mettere in sicurezza alcune aeree destinate soprattutto ai turisti. La più importante, il sito inca di Machu Picchu, dovrebbe essere riaperto già a partire dal 15 febbraio, secondo quanto ha dichiarato il ministro della Cultura, Leslie Urteaga.
Era stata la stessa ministra ad annunciare – lo scorso 21 gennaio – la chiusura di Machu Picchu e del Caminos Inka (o Inka Trail) alle visite turistiche perché non era più possibile garantire la sicurezza dei viaggiatori in seguito alle rivolte sociali che stavano attraversando l’intero Perù.
«Stiamo lavorando com le autorità regionali e locali con una serie di riunioni tecniche e il supporto del presidente della Repubblica, Dina Boluarte, che ci ha chiesto uno sforzo comune per riaprire Machu Picchu. L’immagine negativa che stiamo dando del nostro Paese all’estero è molto preoccupante. Per questo ci auguriamo che i sindaci dei vari comuni limitrofi all’area del sito archeologico ci diano sufficienti garanzie per tutti i visitatori. Se avremo queste garanzie riapriremo il 15 febbraio», ha detto Urteaga che ha anche annunciato la preparazione di una campagne globale di promozione del Perù che partirà nei prossimi mesi.
Nei giorni scorsi era stata già riaperta la tratta ferroviaria che collega Cuzco con Ollantaytambo e Aguas Calientes, località che sono le basi di partenza per i tour e le escursioni dirette a Machu Picchu, anche se solo per i passeggeri locali. Al momento il servizio prevede due viaggi al giorno solo il mercoledì e la domenica. Nel frattempo la società PerúRail, che opera i treni sulle tratte suddette, sta offrendo il 50% di sconto sui biglietti ferroviari; ma la promozione è valida solo fino a fine febbraio.
Nella vicina Cuzco, però, non si fermano le proteste contro il governo in carica con i manifestanti che chiedono il ritorno alle urne nel più breve tempo possibile. John González, direttore della Camera di Commercio di Cusco, intervistato dalla rete televisiva nazionale Canal N ha ricordato come «l’intera aerea perde 2,5 milioni di soles peruviani al giorno (circa 610mila euro) solo di entrate turistiche e dalla chiusura di Machu Picchu abbiamo stimato perdite superiori ai 50 milioni di soles (12 milioni di euro). Una situazione insostenibile anche perchè il 70% della popolazione locale lavora e vive grazie al turismo».
Le cancellazioni dei viaggi verso Machu Picchu, sempre secondo González, hanno raggiunto da qui a giugno 2023 le soglie del 90-95%; mentre già 50mila persone impiegate nel settore ricettivo come guide turistiche hanno temporaneamente perso il loro posto di lavoro.
Giornalista. Specializzato in trasporto aereo e ferroviario, economia, agenzie di viaggi, tecnologia ed estero. Segue convention e fiere internazionali.
Guarda altri articoli