by Redazione | 14 Aprile 2021 12:37
Il turismo è in debito. E non solo a livello economico. Lo è sul fronte tecnico-legislativo, ma prima ancora psicologico: due gap da colmare affinché l’industria dei viaggi possa ripartire. Ad affrontare questo tema in una videointervista ad askanews è Gabriele Burgio, presidente e amministratore delegato di Alpitour.
«L’aspetto psicologico riguarda il momento in cui il cliente, e quindi tutti noi, ci sentiremo più tranquilli di viaggiare», afferma il numero uno del Gruppo torinese, che sottolinea come sia variabile, al momento, la stessa percezione del rischio: «Ci sono giovani che ritengono il Covid poco più di un’influenza, prendono le precauzioni previste e partono comunque; persone più anziane che invece hanno più paura di ammalarsi lontano da casa. C’è un’incertezza che richiederà del tempo per essere risolta», ammette Burgio, che cita alcune “operazioni tranquillità” come quella della Grecia che «sta cercando di vendere l’idea delle isole senza Covid» o Sharm el Sheikh, che fa sapere di «voler vaccinare entro il 15 maggio tutti coloro che lavorano nel turismo».
C’è poi l’altro fronte, quello che l’ad di Alpitour definisce tecnico-legislativo, che a livello turistico ha visto «troppi cambiamenti» repentini. «Non dico che sia facile gestire questa situazione e non vorrei essere al posto di chi ci governa, però – ricorda – ci sono stati degli incidenti, come quello sugli skipass già venduti e la successiva marcia indietro sulla montagna[1]», ma anche l’imposizione da parte del ministero della Salute dei cinque giorni di quarantena per i viaggi in Europa[2].
«Questo è stato un colpo molto inatteso, perché è arrivato praticamente il giorno prima di Pasqua», dichiara Burgio, artefice con il suo Gruppo dei primi pacchetti Covid tested per le Canarie[3]. Una misura che ha provocato anche un’ondata di cancellazioni da parte dei turisti stranieri che volevano venire in Italia per le festività pasquali «perché chi aveva previsto un weekend lungo o una settimana non poteva di certo restare cinque giorni in albergo a pagamento in quarantena. Questo è stato davvero un peccato, perché abbiamo perso un treno».
Una situazione di incertezza, quella in cui si muove l’industria turistica, che a detta anche di Burgio rende davvero «difficile operare».
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