by Roberta Rianna | 27 Aprile 2021 13:18
Seppur la cifra sia rimasta pressoché invariata, il recovery plan dell’era Draghi – meglio detto Piano nazionale di ripresa e resilienza – struttura in modo più articolato il capitolo Turismo e Cultura 4.0, che nella versione precedente peccava di vaghezza[1], ma che oggi viaggia spedito verso Bruxelles dove – dopo l’ok del Parlamento italiano – dovrà ottenere il visto ufficiale della Commissione europea.
Sfogliamo insieme il testo illustrato dal premier alle Camere, presentato come «l’ultima occasione per porre rimedio ai ritardi dell’Italia», su questioni cardine quali digitalizzazione, sostenibilità, lavoro per i giovani, rinascita del sud.
Con il solito metodo battaglia navale, scorriamo le circa 273 pagine del documento e “colpiamo” la Componente 3, Missione 1: quella dedicata al nostro settore. A turismo e cultura, che come di consueto dovranno spartirsi le risorse, sono destinati 8,13 miliardi (6,68 del Pnnr e 1,46 del Fondo complementare per gli investimenti) su un totale di 222,1 miliardi totali del Piano, a cui andranno ad aggiungersi altri 26 miliardi da spendere entro il 2032 per opere ad alto valore turistico come l’alta velocità tra Salerno e Reggio Calabria e quella tra Milano e Venezia[2].
Otto miliardi complessivi, dunque, contestati da chi come Gianni Berrino, assessore regionale al Turismo della Liguria, si aspettava «soldi veri, almeno corrispondenti all’importanza percentuale che ha il turismo sul Pil nazionale», invece che «briciole da condividere con il mondo della cultura». Ma anche dal sistema degli aeroporti, di fatto esclusi dalla torta recovery[3].
LEGGI IL TESTO INTEGRALE DEL PNNR[4]
Ma vediamo i contenuti di questo capitolo, partendo dall’introduzione in cui si preannuncia “un ampio programma di misure di ristrutturazione degli asset chiave turistici e culturali”. Una serie interventi sui borghi, in contrasto all’overtourism, la spinta sulla digitalizzazione, la valorizzazione di grandi eventi come la Ryder Cup 2022 e il Giubileo del 2025, e il fortissimo sostegno alle strutture ricettive. Una conferma, questa, della capacità di lobby degli albergatori, riusciti di ritagliarsi un ruolo da protagonisti anche all’interno del ricovery plan.
HUB DEL TURISMO DIGITALE
Il progetto, già anticipato dal ministro del Turismo Massimo Garavaglia[5], ha l’obiettivo di creare un “Hub del turismo digitale, accessibile attraverso una piattaforma web dedicata, che consenta il collegamento dell’intero ecosistema turistico al fine di valorizzare, integrare, favorire la propria offerta”.
L’investimento si compone di tre linee di intervento:
– Messa a scala del portale Italia.it migliorandone l’interfaccia utente, integrandolo con fonti di dati aggiuntive, ampliandone il portafoglio servizi a disposizione del turista (ad es. assistenza e informazioni sanitarie) e delle professioni turistiche (guide). L’implementazione di contenuti editoriali tematici (ad es. turismo sostenibile) e rivolti a specifici target (ad es., sezione dedicata ai turisti asiatici);
– Sviluppo di un data lake e adozione di modelli di intelligenza artificiale per analizzare (in forma anonima) i dati sul comportamento online degli utenti e i flussi turistici in aree di maggiore e minore interesse;
– Sviluppo di un “Kit di supporto per servizi digitali di base” (sistema informativo per la promozione e gestione delle attività turistiche, supporto all’adozione e formazione) a beneficio degli operatori turistici di piccole e medie dimensioni nelle zone più arretrate del Paese. I risultati attesi intendono rafforzare gli operatori più deboli nella sfida della trasformazione digitale.
FONDI INTEGRATI PER LA COMPETITIVITÀ DELLE IMPRESE TURISTICHE
– Credito fiscale (530 milioni): per aumentare la qualità dell’ospitalità turistica con investimenti finalizzati alla sostenibilità ambientale (fonti rinnovabili a minor consumo energetico) alla riqualificazione e all’aumento degli standard qualitativi delle strutture ricettive italiane. Verrà prevista una percentuale di fondo perduto per incentivare gli investimenti in un periodo complesso come quello post Covid;
– Fondo di Fondi Bei (Turismo Sostenibile 748 milioni): Fondo ad effetto leva 1:3 capace di generare più di due miliardi di investimenti nelle aree: a) del turismo di montagna sia per infrastrutture sia per servizi ricettivi; b) del settore business e dell’offerta turistica top quality; c) nel turismo sostenibile e nell’upgrade dei beni mobili e immobili connessi all’attività turistica. Il Fondo può raccogliere capitale attraverso la partecipazione a iniziative delle istituzioni finanziarie europee per concedere crediti agevolati al settore turistico;
– Potenziamento del Fondo Nazionale del Turismo (150 milioni) destinato alla riqualificazione di immobili ad alto potenziale turistico, in particolare degli alberghi più iconici, al fine di valorizzare l’identità dell’ospitalità italiana di eccellenza, e favorire l’ingresso di nuovi capitali privati, altri fondi pubblici;
– Sezione Speciale Turismo del Fondo Centrale di Garanzia (358 milioni) per facilitare l’accesso al credito per gli imprenditori che gestiscono un’impresa esistente o per i giovani che intendono avviare una propria attività.
– Partecipazione del ministero del Turismo al capitale del Fondo Nazionale del Turismo, un fondo di fondi real estate con l’obiettivo di acquistare, rinnovare e riqualificare strutture alberghiere italiane (1.500 camere d’albergo), tutelando proprietà immobiliari strategiche e di prestigio e sostenendo ripresa e crescita delle catene alberghiere operanti in Italia, soprattutto nelle regioni meridionali.
CAPUT MUNDI – NEXT GENERATION EU PER GRANDI EVENTI TURISTICI
La terza azione (500 milioni) volge un’attenzione particolare al patrimonio turistico del Paese sfruttando il volano dei grandi eventi. Attraverso Caput Mundi si è inteso cogliere un’importante opportunità per sviluppare un modello di turismo sostenibile in uno dei poli di maggiore interesse turistico a livello nazionale e in connessione anche all’evento giubilare. Si vuole creare un itinerario turistico nazionale che muovendo dalla Capitale porti il turismo lungo i percorsi nazionali spesso meno noti, ma non meno unici.
L’occasione è preziosa perché le vie che da Roma hanno percorso secoli di storia portano in tutta Italia.
Si proporrà un’offerta differenziata per tipologia di turista, dal pellegrino, alla famiglia, al turismo di lavoro, al turismo esperienziale, al turismo di avventura a quello eno-gastronomico. Il progetto mira anche alla formazione e alla creazione di nuovi posti di lavoro nel settore turistico per gestire i complessi restaurati. L’obiettivo è quello di alleviare la congestione delle grandi attrazioni culturali (overtourism), dei principali siti archeologici e musei, ma anche delle chiese dei centri storici. Inoltre sarà sviluppata una app turistica dedicata a tutte le azioni svolte, quale contenitore di informazioni turistiche, culturali e logistiche.In particolare, le risorse stanziate saranno destinate a:
– Patrimonio culturale di Roma per Next Generation Eu: rigenerazione e restauro del patrimonio cultuale e urbano e dei complessi ad alto valore storico e architettonico;
– Dalla Roma pagana alla Roma cristiana: interventi di messa in sicurezza, anti-sismica e restauro di luoghi pubblici ed edifici di interesse storico lungo i cammini giubilari della Città;
– #Lacittàcondivisa: riqualificazione delle aree periferiche della Città e dei siti tematici (aree archeologiche, palazzi) situati nelle ampie zone periferiche al di fuori di Roma;
– #Mitingodiverde: rinnovo e restauro di parchi, giardini storici, fontane e ville;
– #Roma4.0: digitalizzazione dei servizi culturali;
– #Amanotesa: incremento dell’offerta culturale nelle periferie per promuovere l’inclusione sociale.
RIFORMA: ORDINAMENTO DELLE PROFESSIONI DELLE GUIDE TURISTICHE
L’obiettivo della riforma è di dare, nel rispetto dell’autonomia locale, un ordinamento professionale alle guide turistiche e al loro ambito di appartenenza. L’applicazione sistematica e omogenea della riforma permetterebbe di regolamentare i principi fondamentali della professione e di standardizzare i livelli di prestazione del servizio su tutto il territorio nazionale, producendo un effetto positivo sul mercato.
ATTRATTIVITÀ DEI BORGHI
A fronte del sovraffollamento che ha spesso caratterizzato le attrazioni turistiche nelle principali città d’arte, tanti piccoli centri storici italiani offrono enorme potenziale per un turismo sostenibile alternativo. (…)
Gli interventi in questo ambito si attueranno attraverso il “Piano Nazionale Borghi”, un programma di sostegno allo sviluppo economico/sociale delle zone svantaggiate basato sulla rigenerazione culturale dei piccoli centri e sul rilancio turistico. Le azioni si articolano su progetti locali integrati a base culturale.
In primo luogo, saranno attivati interventi volti al recupero del patrimonio storico, alla riqualificazione degli spazi pubblici aperti (es. eliminando le barriere architettoniche, migliorando l’arredo urbano), alla creazione di piccoli servizi culturali anche a fini turistici. In secondo luogo, sarà favorita la creazione e promozione di nuovi itinerari (es., itinerari tematici, percorsi storici) e visite guidate. In ultimo saranno introdotti sostegni finanziari per le attività culturali, creative, turistiche, commerciali, agroalimentari e artigianali, volti a rilanciare le economie locali valorizzando i prodotti, i saperi e le tecniche del territorio.
TUTELA E VALORIZZAZIONE DELL’ARCHITETTURA E DEL PAESAGGIO RURALE
Questo investimento darà impulso a un sistematico processo di valorizzazione di edifici storici rurali (di privati o di enti del terzo settore) e di tutela del paesaggio. Molti edifici rurali e strutture agricole hanno subito un progressivo processo di abbandono, degrado e alterazioni che ne ha compromesso le caratteristiche distintive, nonché il rapporto con gli spazi circostanti.
Attraverso il recupero del patrimonio edilizio rurale l’intervento migliorerà la qualità paesaggistica del territorio nazionale, restituendo alla collettività un patrimonio edilizio sottoutilizzato e non accessibile al pubblico. L’intervento avrà ricadute positive sulle economie locali, favorendo il turismo sostenibile nelle zone rurali.
PROGRAMMI PER VALORIZZARE L’IDENTITÀ DEI LUOGHI: PARCHI E GIARDINI STORICI
Una vasta azione di rigenerazione di parchi e giardini storici come hub di “bellezza pubblica” e luoghi identitari per le comunità urbane. Si tratta di un intervento di riqualificazione di parchi e giardini storici, che per la prima volta ha carattere sistematico e mette in piedi un’estesa azione di conoscenza e di recupero dei parchi e giardini storici italiani nella prospettiva di una loro corretta manutenzione, gestione e fruizione pubblica. L’Italia, infatti, conta circa 5.000 ville, parchi e giardini storici protetti: molti di questi sono di proprietà pubblica e aperti al pubblico, ma spesso si trovano in condizione critiche. Saranno quindi destinate risorse per la rigenerazione di questi luoghi e la formazione di personale locale che possa curarli/preservarli nel tempo.
L’obiettivo del governo Draghi è fare in modo che i soldi del Next Generetion Eu arrivino in Italia il prima possibile. A detta del ministro del Lavoro, Andrea Orlando, rispettando la tabella di marcia i primi fondi del recovery potrebbero arrivare già a luglio. Mese a partire dal quale, almeno sulla carta, dovrebbe prendere il via la vera ripresa post Covid.
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