L’Italia continuerà a crescere, sebbene in modo “modesto”. Le previsioni, aggiornate, arrivano dall’ultimo Economic Outlook dell’Ocse, appena pubblicato. Se il Pil lo scorso anno era aumentato del +3,8%, la previsione per il 2023 parla di un +1,2%, mentre nel 2024 l’incremento secondo gli analisti sarà del +1%. Una visione sul futuro che fa il paio con gli ultimi dati diffusi dall’Istat sul Prodotto interno lordo del primo trimestre di quest’anno, aumentato più velocemente rispetto alle potenti e vicine Francia e Germania.
Fa da traino, si era detto, il turismo, che nonostante il caro prezzi gode ancora dell’effetto molla post Covid. In tutti i modi, rileva l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico con sede a Parigi, «i rischi per la crescita sono sostanzialmente bilanciati dagli elevati risparmi delle famiglie che potrebbero guidare un rimbalzo della domanda interna più rapido”.
“Al contrario – avvertono gli analisti – ricadute negative dalla recente turbolenza del settore bancario internazionale o ulteriori ritardi nell’attuazione dei progetti di investimento pubblico del Pnrr potrebbero rallentare la crescita”. A questo proposito, proprio nelle scorse ore, la società Webuild aveva garantito di non registrare “alcun ritardo” nei lavori inerenti alle opere previste dal recovery plan, tra cui l’avvio del progetto per la linea ad alta velocità Salerno-Reggio Calabria.
Eppure, a detta dell’ocre, “la spesa dei fondi NewGenerationEu è in netto ritardo, con la spesa cumulata che alla fine del 2022 era di circa il 50% inferiore ai piani di spesa iniziali, il ché riflette principalmente ritardi nell’attuazione di progetti di investimento pubblico”. Per questo, secondo gli economisti parigini, “la priorità dovrebbe essere quella di sostituire rapidamente progetti non fattibili con progetti fattibili”.
Detto ciò, sottolinea l’Ocse, “la rapida attuazione delle riforme strutturali e dei piani di investimento pubblico nel Pnrr sarà fondamentale per sostenere l’attività a breve termine e gettare le basi per una crescita sostenibile nel medio termine“, oltre ad avere “l’ulteriore vantaggio di esercitare ulteriori pressioni al ribasso sul rapporto debito/Pil“.
A livello globale, l’organizzazione internazionale parla di sviluppi economici “miglior”, ma di una “ripresa che rimane fragile“. La crescita del Pil dovrebbe ridursi dal 3,3% del 2022 al 2,7% nel 2023, prima di raggiungere un ancora modesto 2,9% nel 2024”. «L’economia globale sta girando un angolo, ma deve affrontare una strada lunga e tortuosa per raggiungere una crescita forte e sostenibile». Le prospettive restano ancora «significativamente incerte» e tra i motivi di maggior preoccupazione sono da evidenziare l’inflazione e la guerra in Ucraina, spiega la capo economista Clare Lombardelli.
Vice presidente del Comitato Turismo dell’Ocse è l’italiana Roberta Garibaldi, che in più occasioni non ha mancato di sottolineare il peso del travel nel sistema economico mondiale. Intervistata dal nostro giornale a margine dell’ultimo Wttc Global Summit di Riyadh, aveva però messo in rilievo una delle grosse spine nel fianco del settore post Covid: la mancanza di personale. «Il turismo – aveva ammesso – non è abbastanza attrattivo per i giovani, per questo non riusciamo ad avere personale qualificato. Oggi è importante rendere questo settore allettante e invogliarli i ragazzi a seguire percorsi formativi. Solo in questo modo si riuscirà a fare incontrare domanda e offerta».