Svolta sul tema grandi opere. È arrivato, nella serata di giovedì, il via libera di Palazzo Chigi al decreto che “salvo intese” farà partire la procedura per la costruzione del ponte sullo Stretto. Un gol segnato dal vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, che esulta: «È una giornata storica. Dopo cinquant’anni di chiacchiere, questo Consiglio dei ministri approva il «ponte a campata unica» che unisce «la Sicilia all’Italia e al resto dell’Europa».
Sarà l’opera «più green del mondo», perché consentirà di ridurre l’inquinamento da anidride carbonica, promette il ministro leghista. Ma sarà anche – parole sue – un’attrazione turistica, visto che si tratterà del ponte strallato (sostenuto da cavi) più lungo al mondo: circa 3,2 km tra Villa San Giovanni e Messina.
Il provvedimento, riferisce Il Corriere della Sera, resuscita la società Ponte sullo Stretto Spa, costituita nel 1971, a cui parteciperanno «Rete ferroviaria italiana Spa, Anas, le Regioni Sicilia e Calabria, nonché, in misura non inferiore al 51%, il ministero dell’Economia e delle Finanze, che esercita i diritti dell’azionista d’intesa con il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, al quale ultimo sono attribuite funzioni di indirizzo, controllo, vigilanza tecnica e operativa» sull’opera.
In ballo anche il contributo della Banca europea per gli investimenti: l’istituto sarebbe disponibile a considerare una propria partecipazione, fermi restando la compatibilità ambientale del ponte. Tema di cui ha già discusso, in un incontro ad hoc, Salvini con Gelsomina Vigliotti, vice presidente della Bei. La stessa Banca è parte del piano Invest-Eu che ha appena varato il finanziamento di 3,4 miliardi euro per il rinnovo della tratta ferroviaria Palermo- Catania.
«Il ponte darà lavoro a molte migliaia di persone per diversi anni», ha anche sottolineato il ministro. Per la realizzazione dell’infrastruttura potrebbero essere impiegati cinque anni. Primo passo: le autorizzazioni già ottenute nel 2012 relative ai raccordi ferroviari e stradali e l’adeguamento del vecchio piano ai nuovi tempi. L’obiettivo dichiarato dal ministero una «cantierizzazione veloce», con lo start già da luglio 2024.
Al coro di giubilo si unisce anche Silvio Berlusconi: «Questa volta non ci fermeranno. È un’altra promessa agli italiani che siamo finalmente in grado di mantenere». Sempre e saldamente scettiche le associazioni ambientaliste.