by Gabriele Simmini | 20 Ottobre 2016 13:27
Star Alliance gioca la sua mano al tavolo delle alleanze mondiali delle linee aeree e si prepara a calare l’asso – anche in Europa – con un messaggio di apertura alle low cost, che non ne prevede l’adesione, ma forme alternative di collaborazione. Il tema è delicato, perché i giocatori sono tanti e agguerriti e il tavolo europeo è in continuo mutamento.
E il fantasma di Ryanair, easyJet & co. aleggia sul modello di Star Alliance perché, sebbene l’alleanza ha il suo core sui business traveller e sui servizi di alta qualità, ci sono quote di mercato aereo che vanno rimesse in discussione, soprattutto sui cieli europei.
Sono due gli asset strategici su cui si è basato l’incontro a Roma tra Markus Ruediger, direttore per le relazione con i media di Star Alliance, e la stampa di settore: le evoluzioni del Connecting Partner Model e lo sviluppo dei servizi di IT Hubs per i vettori partner e i clienti delle compagnie.
Prima l’Asia, poi l’Europa?
Il modello Connecting partner è «una formula di partnership ibrida che non prevede l’ingresso ufficiale ma solo la condivisione di servizi e prodotti con i membri di Star Alliance nella forma di accordi bilaterali – sottolinea Ruediger – Per ora abbiamo due partnership: con Mango, la low cost sudafricana, e Juneyao Airlines, il vettore cinese con base a Shanghai».
Il nuovo modello è una sperimentazione di partnership che risponde sia ai cambiamenti del mercato, in primis la crescita del settore low cost sia in Asia che in America, sia alla necessità di coprire aree geografiche e connessioni non servite dai 28 vettori partner di Star Alliance.
Ma il tavolo europeo quanto conta rispetto a queste trasformazioni? «Il mercato continentale è in profonda evoluzione e l’alleanza studia ogni partnership nei dettagli per garantire la consueta elevata qualità dei servizi che ci appartiene», sottolinea il manager. La domanda, però, sorge spontanea: vedremo il Connecting Partner Model applicato anche in Europa? «È una possibilità che stiamo esplorando: noi siamo disponibili a implementare questo modello con le low cost europee, ma con quelle che sono realmente interessate e vogliono sviluppare un accordo strategico e di alto livello con i vettori partner».
Inutile fare nomi delle probabili pretendenti, dalla greca Olympic Air a Eurowings, costola di Lufthansa. Il silenzio è d’obbligo, ma trapela un certo ottimismo. «Stiamo parlando con varie compagnie, ma non posso fare nomi finché non ci saranno accordi di massima». I dati però, dicono, che Eurowings – per esempio – sta assorbendo sempre di più il traffico a medio e corto raggio di “mamma” Lufthansa, sebbene la low cost tedesca non faccia ancora parte di Star Alliance.
Ruediger sottolinea che «l’alleanza è fortemente concentrata nell’offrire i migliori servizi ai clienti dei vettori partner, per questo ogni scelta verrà ponderata in base al valore aggiunto che un vettore low cost può apportare e, soprattutto, al valore del mercato dove andiamo ad aprire una partnership con le low cost».
Il Connecting Partner Model, quindi, si configura sempre di più come un modello di crescita dell’offerta e come un campo di battaglia contro la crescita delle low cost, che in Asia hanno inaugurato l’esperimento delle prime due alleanze “only Lcc” (U-FLY e Value).
Per i clienti, invece, questo significa «ulteriori opportunità di volo oltre ai 1.300 aeroporti serviti dai 28 vettori membri di Star Alliance. I passeggeri il cui itinerario prevede il transfer tra un vettore Star Alliance e un Connecting Partner beneficeranno dei vantaggi normalmente offerti ai nostri clienti», continua Ruediger. Dal through check-in per il passeggero e il bagaglio ai benefici per i membri di Star Alliance Gold.
A Heathrow il terminal “globale”
Per quanto riguarda i progetti aeroportuali, invece, l’attenzione è tutta rivolta all’attività del Terminal 2 di Heathrow – the Queen’s Terminal – che è interamente dedicato ai 23 vettori dell’alleanza. «Il progetto ha raggiunto due importanti obiettivi – sottolinea il manager – migliorare l’esperienza di viaggio dei passeggeri e portare valore ai vettori membri introducendo molti processi comuni. Il progetto di Heathrow e l’esperienza acquisita giorno per giorno nel gestire nuovi processi comuni nel terminal, ora vengono utilizzati per migliorare l’esperienza dei passeggeri in altri aeroporti, specie dove le infrastrutture già presenti e i vincoli di spazio limitano le operazioni. Alcuni esempi: l’aeroporto Guarulhos a San Paolo, Narita a Tokyo e l’Aeroporto Internazionale di Los Angeles».
Se il tavolo europeo è in fermento, quindi, Star Alliance gioca le sue carte senza timori: da un lato apre a nuovi modelli di partnership, dall’altro rafforza la gestione di un hub centralizzato per gestire strategicamente le operazioni di volo puntando sulla qualità e la velocità sei servizi, a terra prima di tutto.
IT Hub per i bagagli
Sul fronte tecnologico, infine, l’investimento è tutto diretto ai sistemi plug & play e sull’IT hub. «I trend globali, come la personalizzazione e la digitalizzazione dei prodotti e servizi, ci vedono i prima linea come fornitori di servizi all’altezza di questa evoluzione. Così nasce l’idea di un nuovo IT hub di Star Alliance per la gestione dei bagagli», dice Ruediger. L’entrata in funzione è prevista entro la fine di quest’anno ed è l’ultima di una serie di applicazioni “plug and play” simili che sostengono dietro le quinte le operazioni dei vettori membri. «Gli IT hub esistenti hanno già contribuito con successo allo scambio di dati dei viaggiatori Frequent Flyer e al through check-in di passeggeri e bagagli, così come alla fornitura di servizi avanzati per i clienti premium».
I processi di smistamento dei bagagli, invece, sono attualmente complicati dal fatto che le informazioni risiedono su sistemi di gestione diversi, sia lato vettori, sia lato aeroporti. «La nuova tecnologia ci aiuterà a ridurre il numero di difficoltà tecniche relative alla gestione e alla localizzazione dei bagagli – annuncia il manager – fornendo informazioni più rapide e precise ai nostri addetti al customer service».
Allo stesso tempo, i prossimi sviluppi tecnologici dell’alleanza – che opera oltre 18.500 voli giornalieri verso 1.330 aeroporti in 192 Paesi – prevedono lo sviluppo di processi standardizzati per i check-in off-airport/self-service, per la tecnologia “fast bag drop” negli aeroporti, per l’auto-etichettatura dei bagagli e per la convalida automatica online e in un solo momento del documento di viaggio.
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