Il travel retail torna a crescere (nonostante il caos voli)
Nonostante il Covid che ancora imperversa. Nonostante l’inflazione galoppante. E soprattutto nonostante il caos voli che affligge industria e viaggiatori, il travel retail torna a crescere: se nel 2021 valeva circa 30 miliardi di dollari, nel 2030 toccherà quota 175 miliardi. La stima è di Next Move Strategy, riportata da Statista e diffusa da Il Sole 24 Ore.
In particolare, sono i brand del lusso a non voler farsi sfuggire i viaggiatori. Per questo i grandi marchi hanno ricominciato ad aprire negozi strategici: Louis Vuitton, per esempio, ha inaugurato uno store nell’area duty free dell’Hamad International Airport di Doha, in Qatar. Lo scalo, in autunno, sarà al centro del mondo per i Mondiali di calcio con i suoi circa 8 milioni di passeggeri attesi tra novembre e dicembre. Anche Burberry, tra gli altri, lo ha scelto per il debutto del suo nuovo design concept.
E se, secondo Iata, il numero dei passeggeri 2022 sarà pari all’83% di quelli del 2019 e nel 2024 si supereranno i livelli pre Covid con 4 miliardi di passeggeri, solo gli scali milanesi quest’estate dovrebbero accogliere circa 18 milioni di pax.
A Linate, in particolare, è stato aperto un nuovo spazio retail con la libreria La Feltrinelli, ma fulcro dell’offerta sono anche qui gli store di lusso di Dolce&Gabbana, Ferragamo, Zegna, Fratelli Rossetti, Emporio Armani, Borsalino e Damiani-Rocca.
Vira verso l’alto anche Fiumicino che alla fine dell’anno scorso ha aperto l’Aelia Duty Free del Gruppo Lagardère, il più grande negozio duty free d’Europa; mentre a metà maggio ha inaugurata una nuova area imbarchi che ospita, tra gli altri, il primo store Eataly al mondo in un aeroporto.
Da parte sua, Global Blue ha certificato la ripresa dello shopping nelle città d’arte italiane: le vendite tax free in Europa a maggio 2022 sono cresciute del 726% sul 2021. Il monitor Altagamma Bain parla, però, solo di “leggero recupero”: «Il travel retail ha registrato una crescita positiva, ma il canale rimane al di sotto dei livelli pre pandemia, a causa della mancanza di turismo dall’Asia», commenta Federica Levato, senior partner Bain&Company.
La sfida, aggiunge, è «far fronte a una domanda crescente, riducendo gli attuali disagi per i viaggiatori. Questo sarà ancora più necessario in un’ottica di medio-termine, quando si dovrà far fronte alla ripresa dei flussi turistici extra-regionali dall’Asia, che contribuiranno ad aumentare drasticamente la domanda di acquisti di beni di lusso negli aeroporti, riportando il segmento ai livelli del 2019».
Oltre ai disagi logistici, con i numerosi voli cancellati, tra le tante incognite che pesano sul settore c’è l’aumento dei costi di viaggio provocato dall’incremento del prezzo dei carburanti e dall’inflazione sempre più elevata. Da qui gli effetti sulla filiera: secondo una ricerca della Tax Free World Association, il 74% dei viaggiatori cambierà comportamento, con un terzo che prevede spenderà meno di prima; il 44% si concentrerà sulle promozioni; e il 27% comprerà meno prodotti. Ostacoli che, sempre secondo Il Sole 24 Ore, non freneranno l’ascesa del travel retail in chiave “phygital”.