by Redazione | 5 Giugno 2024 10:06
La cultura spazza via i numeri precedenti alla pandemia in Italia e avanza sul fronte del digitale. Nel 2023 i visitatori, +16%, e le entrate, +27%, di musei, monumenti e aree archeologiche hanno superato i livelli pre Covid. Sono i dati più rilevanti illustrati dall’Osservatorio innovazione digitale per la cultura della School of Management del Politecnico di Milano in occasione del convegno “Il digitale per una Cultura inclusiva”.
Il 29% dei musei, inoltre, offre soluzioni di realtà aumentata, virtuale e mista a supporto dell’esperienza di visita. Si consolida anche il ricorso all’utilizzo di servizi di Ai Generativa: il 14% oggi ne fa uso per creare contenuti per newsletter o canali social.
Tassi di crescita più contenuti, +6% degli spettatori e +5% delle entrate, per i teatri, che in gran parte utilizzano i dati provenienti dalla biglietteria online per migliorare la gestione operativa, 57%, e per rivedere il palinsesto degli spettacoli, 39%.
«I numeri che hanno caratterizzato l’ultimo anno dei luoghi della cultura – osserva Eleonora Lorenzini, direttrice dell’Osservatorio – da un lato certificano la definitiva ripresa del comparto dopo gli anni della pandemia, dall’altro sono influenzati dal forte trend inflattivo. Se le misure di revisione dei prezzi hanno allineato l’offerta italiana ai livelli tariffari dei grandi competitor europei, queste hanno anche portato diverse associazioni di consumatori a chiedere maggiore attenzione all’accessibilità economica del settore, che peraltro trova riscontro nelle politiche di prezzo agevolate applicate dalla maggior parte delle istituzioni per particolari categorie di utenti».
Nonostante il 44% dei musei, così come il 31% dei teatri, presenti ancora oggi barriere architettoniche per l’accesso e la mobilità, tante istituzioni sono impegnate nel favorire l’inclusione di persone con disabilità fisiche e intellettive. Si sta inoltre lavorando anche su altri fronti: il 56% dei musei, monumenti e aree archeologiche si concentra sugli aspetti linguistici, mentre i teatri lavorano per rendere l’offerta economicamente migliore.
“Il digitale e la tecnologia si confermano alleati importanti per favorire l’accessibilità – sottolinea Michela Arnaboldi, responsabile scientifico dell’Osservatorio – le repliche 3D, ad esempio, consentono l’esplorazione tattile guidata degli artefatti, così come gli schermi touch interattiv. Nei teatri si rivela particolarmente efficace l’uso di smart glass, che consentono la fruizione dello spettacolo a visitatori non udenti o di lingue diverse».
Il digitale continua a rappresentare un volano di innovazione per molte istituzioni culturali, anche se non per tutte: il 54% dei musei ha investito nell’ultimo anno, concentrandosi su servizi di supporto alla visita e di catalogazione e digitalizzazione della collezione. Puntando l’attenzione su questo fronte, grazie anche a un forte impulso derivante dai finanziamenti pubblici, il 74% dei musei ha digitalizzato almeno parte della collezione e la metà ha pubblicato sul sito web le opere digitalizzate.
Mentre negli anni della pandemia si è assistito a un potenziamento dell’offerta di biglietteria online sui siti dei musei, la distribuzione indiretta su canali digitali rimane ancora poco valorizzata. Solo l’1% delle vendite deriva infatti da intermediari come le Online Travel Agency (Ota) e il 6% dai siti dei concessionari. Nei teatri i valori sono maggiori, rispettivamente 2% e 20%, ma in entrambi i comparti il potenziale di crescita è molto alto.
La distribuzione online è anche una fonte preziosa di dati. Tanti teatri usano le informazioni provenienti dalla biglietteria per migliorare la gestione operativa, 57%, ma anche la pianificazione strategica e culturale: ad esempio per rivedere il palinsesto degli spettacoli, 39%.
Negli ultimi anni l’intelligenza artificiale è diventato uno strumento a portata di tutti. Un cambiamento alimentato dall’introduzione di strumenti di Ai generativa, una forma avanzata di intelligenza artificiale in grado non solo di processare e analizzare dati per produrre risultati specifici, ma di creare contenuti (testuali, visivi, sonori) nuovi e originali. Il 14% dei musei, monumenti e aree archeologiche già fa uso dell’Ai per creare contenuti come testi per la newsletter o immagini per i post social.
Ci sono poi applicazioni con un maggiore livello di complessità, che comportano la necessità di istruire l’algoritmo con informazioni specifiche detenute dalla singola istituzione, sia lato offerta di servizi al pubblico (ad esempio tramite i chatbot, di cui il 3% dei musei italiani dichiara l’utilizzo) sia per finalità di gestione archivistica o di analisi dei dati.
Le implicazioni dell’uso dell’Ai generativa sono numerose anche in termini di accessibilità, principalmente a livello linguistico, con la possibilità di tradurre contenuti testuali e audio immediatamente e simultaneamente in varie lingue. Altre soluzioni digitali interconnesse all’accessibilità sono la realtà aumentata, virtuale e mista, offerte a supporto dell’esperienza di visita dal 29% dei musei con una maggiore penetrazione nei musei più grandi.
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