Perché oggi posso rivendere una maglietta, un’aspirapolvere, un’auto o qualunque altra cosa ma non posso rivendere un soggiorno in un hotel, un’esperienza o un biglietto aereo? Si sono fatti esattamente questa domanda Antonio Picozzi e Niccolò Francesco Marino quando hanno inventato Takyon nel 2022, allora semplice (e poi riuscito) esperimento di travel tech company per semplificare la vita dei viaggiatori.
«La nostra prima società, PotPot, ci ha dato modo di indagare e approfondire i disagi principali di chi organizza un viaggio per se stesso o per regalarlo – ci ha raccontato Picozzi – Tra questi sicuramente è emersa la mancanza di flessibilità per gli acquirenti: non si è mai pienamente in possesso della propria prenotazione, che non viene mai a essere un vero e pro- prio bene a disposizione, nonostante i prezzi spesso non esattamente a buon mercato. Così è nata l’idea di costruire da zero il primo Travel Exchange, un nuovo mercato secondario dove poter comprare e rivendere viaggi tramite gli Nft, trasformando le prenotazioni nominali in asset digitali liquidi e soprattutto rivendibili. E a Milano, dove abbiamo la nostra sede di riferimento, io e Niccolò, grazie alla collaborazione di Simona Graziani, co-founder e attuale cmo, e Vincenzo Bonaccorso, co-founder e cto (vedi foto) abbiamo dato vita a Takyon».
MISSIONE HOTEL COMPIUTA
Attualmente Takyon conta già oltre 600 accordi totali, tra cui troviamo quello con Alpitour World per il portfolio Voihotels e VRetreats. «Abbiamo iniziato dall’hospitality e dall’hôtellerie perché quello delle prenotazioni di soggiorni rappresenta senz’altro uno dei mercati principali per un business come il nostro», ha proseguito il co-founder di Takyon. In sostanza accade questo: i clienti prenotano, ad esempio, sul sito web dell’hotel partner e oltre alla conferma dell’albergo ricevono un’e-mail in cui è presente un link da cliccare per poter agganciare la prenotazione al proprio account e atterrare nella pagina Takyon. In questo modo, hanno la possibilità di rivendere il servizio non rimborsabile e dargli nuova vita. L’imprenditore ci ha rivelato che «sempre più operatori optano per questo modello, e sempre più velocemente. Significa che stiamo andando nella giusta direzione – ha ribadito – Ogni accordo per noi è fondamentale, poiché ogni struttura in più che adotta il Tak (così lo chiamano) significa, in potenza, maggiore affluenza e un ventaglio più ampio di possibilità per gli utenti della nostra piattaforma. Certo, partnership come quella con Alpitour, ma anche con catene del calibro di Bwh Hotels Italia, rappresentano un’occasione importante in termini di visibilità e risonanza sul mercato. Gli operatori più piccoli tendono a seguire le catene affermate, ed è per noi più facile presentare un prodotto altamente tecnologico e innovativo, sicuramente un po’ avanti rispetto al contesto attuale del turismo, ancora molto legato alla tradizione».
NUOVO ACCORDO IN VISTA
L’obiettivo è quello di estendere il concetto di proprietà digitale delle prenotazioni a tutti i settori. Il 2024, per Takyon, in questo senso è stato un anno all’insegna delle novità. «Siamo entrati per la prima volta nel mercato delle experience e lo abbiamo fatto rendendo rivendibile la prenotazione del viaggio in gondola a Venezia, siglando un perfetto connubio tra tradizione e innovazione – ha aggiunto Antonio Picozzi – Non solo, di recente abbiamo firmato un importante accordo con Cicero Experience, startup che si occupa di turismo esperienziale, e stiamo per presentare un nuovo accordo (durante il Ttg Travel Experience di Rimini, ndr) che ci permetterà di entrare nel mercato dei tour e in generale in quello dei viaggi organizzati».
IL RUOLO DELLE AGENZIE
Takyon non fa alcuna esclusione di colpi: «In generale prendiamo in considerazione e ci interfacciamo con tutti gli operatori del settore travel e turismo – ha continuato Picozzi – Quando si punta a introdurre un cambiamento importante, come abbiamo fatto noi, è necessario coinvolgere più addetti ai lavori possibili. Per questo abbiamo siglato accordi con strutture alberghiere e operatori, ma anche con società di consulenza per hotel e booking engine. Sicuramente non escludiamo dal nostro radar le agenzie di viaggi, in questo caso più che altro per la rivendita di prenotazioni. Se, infatti, con la piattaforma Takyon abbiamo creato la possibilità di rivendere le prenotazioni peer-to-peer, e quindi da viaggiatore a un altro viaggiatore privato, ci piacerebbe garantire la possibilità di rivendere le stesse anche attraverso siti di terzi, in questo senso le agenzie di viaggi rappresenterebbero senz’altro un canale privilegiato».
Quello delle tariffe rivendibili è di fatto un mercato in crescita. Non solo perché sta riscuotendo successo presso le strutture che scelgono di integrare Takyon, ma perché è potenzialmente applicabile a ogni tipo di prenotazione. «Così come oggi, grazie al Tak possiamo rivendere un viaggio o un soggiorno in albergo, perché non potremmo rivendere domani un carnet o un abbonamento in ambito di trasporti, oppure un abbonamento in palestra, o un appuntamento dal parrucchiere? Ogni forma di prenotazione prepagata è in potenza rivendibile, di conseguenza il mercato secondario è per sua natura destinato a crescere ancora, siamo solo in una fase iniziale ed è tutto da esplorare», ha concluso il fondatore.
IL RUOLO DELL’AI NEI MATCH
La piattaforma possiede anche un sistema di intelligenza artificiale sfruttata, in particolare, per fare in modo che gli utenti che vi accedono possano trovare il viaggio che sia più vicino possibile ai loro interessi. Segue la logica del “match” piuttosto che quella del “search”: lo scopo, oltre a quello di presentare sul mercato secondario una serie di possibilità, è quello di creare una sorta di tecnologia amica in grado di consigliare l’esperienza più su misura possibile per ogni utente, che risponda al meglio ai suoi gusti e desideri.
Quanto alle difficoltà, «le criticità in questo primo step le troviamo più che altro nel presentare Takyon e nello spiegarne i benefici sia per gli operatori sia per i consumatori. È ancora difficile parlare di blockchain e Nft, specialmente in un mondo come quello del turismo che, in Italia, è ancora molto legato alla tradizione sia in ambito di hospitality, sia in tema di rapporto hotel-cliente. Alcune realtà sono più predisposte all’ascolto, in quanto già al- l’avanguardia nel mercato di riferimento, un altro esempio è Club del Sole. Con altre, invece, è un po’ più complesso».