Semafori e liste verdi troppo restrittivi nell’aggiornamento delle misure anti Covid adottate da governo del Regno Unito. È la prima reazione del Wttc all’adozione del sistema a semaforo da parte del governo britannico che, come sottolinea Gloria Guevera, presidente e ceo del World Travel & Tourism Council «pur essendo un primo passo del governo Uk alla riapertura dei viaggi internazionali, ha provocato profonda delusione, soprattutto tra le compagnie aeree, perché non aver incluso gli Usa, che hanno comunque un elevato indice di vaccinazioni, preclude la ripresa dei viaggi transatlantici, passaggio cruciale per la ripartenza del mercato dei viaggi nel mondo».
Infatti il Wttc evidenzia che il Regno Unito rappresenta la quarta economia del G20 in termini di spesa internazionale per viaggi e turismo da viaggi d’affari, con oltre 7,5 miliardi di sterline (pari a 8,6 miliardi di euro) nel 2019, prima che la pandemia dilagasse nel cuore del settore.
«Sebbene comprendiamo che la protezione della salute pubblica dovrebbe essere la priorità – aggiunge la presidente Guevara – il Regno Unito è troppo cauto e rischia di perdere quel vantaggio competitivo conquistato con fatica ed ottenuto con l’introduzione tempestiva del vaccino. Ora, la lentezza nel permettere la ripresa dei viaggi internazionali, rischia di penalizzare fortemente l’intero comparto turistico. Son troppo pochi i paesi inclusi nella lista verde ed alla luce di questi fatti, l’Europa presenta una marcia in più rispetto al Regno Unito».
La reazione del Wttc si conclude con una ulteriore sottolineatura: «Siamo delusi dal fatto – dichiara infatti Guevara – che i viaggiatori del Regno Unito debbano pagare per costosi test Pcr, anche quando viaggiano da Paesi nella lista verde. Ciò renderà le vacanze all’estero del tutto inaccessibili per molte famiglie. Esortiamo dunque il governo del Regno Unito a collaborare con i suoi fornitori per offrire test più convenienti per i viaggiatori del Regno Unito, o ad accettare i test antigenici più convenienti ma rapidi ed efficaci. Dopo aver subito il più grande calo del contributo al Pil da viaggi e turismo dei 10 mercati globali più importanti – pari al 62,5% – il Regno Unito non può permettersi di essere così lento nella ripartenza dell’industria dei viaggi».