by Redazione | 20 Gennaio 2021 11:44
In Italia, nel 2020, La vita all’aria aperta e il desiderio di privacy hanno portato le strutture ricettive extralberghiere – dagli agriturismi agli affitti turistici – a resistere meglio degli hotel agli effetti negativi della pandemia sull’industria delle vacanze. Lo afferma Otex, primo osservatorio sul turismo residenziale extralberghiero in Italia promosso dall’associazione Property Managers Italia, basandosi sui dati Istat relativi al movimento turistico in Italia nei primi nove mesi dell’anno appena concluso.
Da gennaio a settembre 2020, le presenze registrate nelle strutture alberghiere sono meno della metà (il 46%) di quelle rilevate nel 2019, mentre quelle del settore extralberghiero sono il 54,4% dell’anno precedente.
Nel trimestre estivo la differenza di andamento è più evidente: le strutture extralberghiere subiscono un calo anno su anno delle presenze domestiche pari al -4,8% ad agosto, ma registrano un aumento a settembre (+4,5%), mentre gli alberghi subiscono in misura maggiore la frenata del turismo domestico (-8,1% ad agosto e -13,9% a settembre).
Sono tre, secondo Otex, i fattori principali. Il primo è la scoperta di un turismo di prossimità, lontano dai grandi attrattori tradizionali, dove è più facile trovare strutture extralberghiere che alberghi.
«Il 2020 ha avuto risultati incoraggianti per le destinazioni vicine e poco frequentate, ma con una buona attrattiva – spiega Marco Nicosia, data analyst di Otex – Per esempio quest’estate ha registrato risultati veramente positivi la campagna toscana, battuta molto dai turisti extraeuropei, ma che ha avuto un incremento di presenze malgrado l’assenza degli stranieri, perché gli italiani l’hanno riscoperta. Uno studio di Airbnb mostra che nel 2020 il chilometraggio dei turisti si è drasticamente ridotto: ci si sposta in macchina e non in aereo, e si sceglie una vacanza vicino a casa, data l’incertezza su cosa può capitare».
Il secondo fattore a favore delle sistemazioni extralberghiere, sostiene Otex, è il desiderio di una vacanza open air, in agriturismi o campeggi, per timore di contrarre il Covid nei luoghi chiusi. E, per lo stesso motivo, il terzo punto è la preferenza dei viaggiatori per una maggiore privacy, ottenuta con gli appartamenti affittati col meccanismo della locazione breve, rispetto agli spazi comuni tipici degli alberghi.
«I turisti ci scelgono perché sappiamo rispondere alle loro esigenze, nelle città come nei piccoli borghi che in tanti stanno scoprendo come destinazione – afferma Stefano Bettanin, presidente di Property Managers Italia, associazione nazionale di categoria del turismo residenziale – Il futuro è del comparto extralberghiero: ed è giusto valorizzarlo, per arrivare preparati alla ripartenza dei grandi flussi una volta finita l’emergenza sanitaria».
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