Da fine gennaio Indonesia e Bali torneranno ad accogliere il turismo internazionale: è quanta auspica il governo indonesiano che aveva già dovuto abbandonare l’operazione restart annunciata per settembre a causa della seconda ondata della pandemia nel mondo e in particolare in Europa.
Il turismo per il Paese è il primo settore di riferimento per la sua economia: nel 2019 aveva accolto circa 6,3 milioni di viaggiatori, mentre nel mese di settembre, nel 2020, sono stati registrati appena 83 visitatori, con un calo del 99,9% che i media indonesiani hanno giustamente rimarcato in questi giorni per ribadire la necessità di approntare appena possibile il piano della ripartenza.
Il governatore di Bali, Wayan Koster, ha ribadito che la destinazione è pronta, con l’applicazione delle misure igienico-sanitarie adottate nel mondo, ad accogliere i turisti internazionali: un segnale confermato anche dalla relazione stilata dalla delegazione Unwto che ha visitato l’isola accertando la messa in sicurezza sanitaria di tutti i servizi turistici, dagli alberghi ai ristoranti.
Bali, dunque, potrebbe anche annunciare la sua riapertura al turismo estero da metà gennaio introducendo un rigido protocollo di accoglienza che prevederà un certificato sanitario all’arrivo e una certificazione in partenza dall’isola, con test obbligatorio per il rientro nei Paesi d’origine. Così come sono estremamente rigidi i controlli e le misure previste per i turisti nazionali che possono muoversi all’interno del Paese solo con l’obbligo del test anti-Covid, in arrivo e ripartenza dai luoghi di vacanza.