È già stato ribattezzato come il peggior incendio della storia della California quello divampato lo scorso 27 luglio nella zona di Mendoncino, a nord dello Stato sulla costa occidentale degli Usa, e che continua a bruciare ettari ed ettari di terreno.
Lo Yosemite Park, per esempio, è già chiuso dallo scorso 25 luglio e non riaprirà finché la qualità dell’aria non migliorerà: al momento, però, sono le fiamme la priorità. Nelle ultime ore, infatti, la congiunzione di due fronti di fuoco ha trasformato l’incendio in un inferno che ha incenerito 114.850 ettari di terreno, una zona grande quanto l’intera città di Los Angeles.
L’incendio, battezzato Mendoncino Complex, risulta dall’unione di due fronti, Ranch e River, ed è stato contenuto appena per il 30%. Le autorità contano di soffocare le fiamme completamente non prima della prossima settimana.
Gli interventi dei vigili del fuoco, però, al momento sono riusciti solo a ridure del 30% il fronte di fuoco e le autorità contano di soffocare completamente le fiammeentro non meno di una settimana.
Le fiamme hanno distrutto 1.600 edifici, tra cui 1.000 abitazioni, provovato già 8 morti e l’evacuazione di oltre 40mila persone.
Il parco nazionale di Yosemite, in California, aveva già chiuso parzialmente al pubblico per via della cattiva qualità dell’aria causata dal fumo degli incendi. Inoltre, alcuni funzionari del National Park Service, l’agenzia federale che gestisce i parchi, hanno annunciato la chiusura di alcune attrazioni dell’area verde, come la Yosemite Valley e l’area di Wawona.
Lo stop arriva nel periodo più turistico. Negli anni scorsi, il parco di Yosemite ha fatto registrare a 600mila visitatori nel solo mese di luglio, secondo quanto riporta l’Ansa.