Inflazione vs ripresa: mercato sotto esame

Inflazione vs ripresa: mercato sotto esame
13 Febbraio 07:00 2023 Stampa questo articolo

Ci sono almeno due modi per tentare di leggere il futuro e i trend nel turismo: il primo riguarda le modalità di prenotazione e l’altro il comportamento di spesa del viaggiatore, alle prese con il carovita. Lo sanno bene le società di ricerca che sfornano indagini di mercato sempre più mirate.

Ebbene, Massimo Ferruzzi, ceo di Jfc Tourism & Management, non ha dubbi: «Le modalità di prenotazione dei viaggi da parte degli italiani stanno seguendo un percorso binario. C’è una percentuale sempre maggiore di clienti che intende “mettere al sicuro” il proprio soggiorno, prenotando con largo anticipo, anche 5/6 mesi prima. In questo caso si tratta in prevalenza di vacanze di almeno una settimana, spesso luxury.  L’altro cluster di maggiore rilievo è invece dato da coloro che prenotano sotto data, in base a disponibilità di tempo, promozioni, desiderio di fuga: qui si tratta soprattutto di soggiorni brevi e di offerte destrutturate».

Da parte sua, Alessandro Tortelli, direttore scientifico del Cst – Centro studi Turismo di Firenze, osserva: «L’andamento delle prenotazioni, in questa prima parte dell’anno, ha sorpreso in positivo gli stessi operatori turistici. Nonostante l’inflazione, l’aumento dei costi e l’incremento delle tariffe non si registrano segnali di rallentamento della domanda. Le agenzie confermano che il volume delle richieste nel primo bimestre è tornato al di sopra dei valori pre pandemia. È ripartito anche il booking trade per l’estate, almeno per i pacchetti Italia. Un certo attendismo si registra, invece, nel fai-da-te, frenato dai rincari; per ora l’attività online è finalizzata alla ricerca dei servizi più convenienti, in attesa di evoluzioni. Il confronto con le tariffe di altre destinazioni del Mediterraneo, poi, potrebbe far emergere problemi di competitività per l’offerta balneare».

Mentre sulla durata delle vacanze e i servizi più richiesti, Tortelli precisa: «La vacanza principale potrebbe ridursi a 10/12 giorni, conseguenza dell’aumento del 15-20% dei prezzi nei periodi di media/alta stagione. Questo, però, potrebbe favorire la scelta di vacanze brevi nei mesi di spalla. Mentre i rincari favoriscono le richieste di all inclusive, formula che consente di controllare meglio il budget. Una tendenza, questa, che però non scalfirà la consistente quota di chi seleziona online servizi e fornitori. Cresce, poi, l’interesse per servizi e attività turistiche legate alla natura, al turismo attivo e al benessere».

A tal proposito Ferruzzi (Jfc) aggiunge: «Aumentano anche le richieste in ambito “pets”: gli italiani cercano destinazioni e strutture capaci di accogliere gli animali da compagnia con attenzione e servizi dedicati. Forte anche la richiesta di fare nuove esperienze al di fuori delle struttura. E, in questo contesto, la mobilità deve essere sostenibile, quindi bici, treno o a piedi».

A livello internazionale, la piattaforma di travel marketing Sojern ha tracciato quattro tendenze per il 2023 da tener d’occhio: innanzitutto il fenomeno dell’anywhere travel, dove non conta il luogo ma l’esperienza, alimentato dai millennial, target che ha ormai superato i boomer e rappresenta un mercato vitale anche per l’Italia. Poi c’è il bleisure, mix di lavoro e turismo che ha subito un’evoluzione con la pandemia, generando lo scorso anno un fatturato di 497,5 miliardi di dollari. Secondo gli analisti, 2 su 5 dipendenti richiedono trasferte combinate al leisure. In più, il remote working ha un effetto moltiplicatore sulle opportunità di trattenere il cliente più a lungo in hotel.

Terzo trend è la restrizione dell’offerta che contraddistinguerà molte destinazioni dell’Africa, dell’Asia, dell’America Latina, dal momento che hanno rivisto le procedure per il visto dopo la pandemia. Infine, la dirompente sostenibilità, must dalla fine del 2022 dopo la Conferenza Onu sui cambiamenti climatici, al punto che il 40% della generazione Z è sempre più orientato al viaggio consapevole. Percentuale più alta rispetto al turista più agée che, solo nel 19% dei casi, fa una ricerca di viaggio selezionando fornitori dei servizi in base a criteri di sostenibilità.

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Andrea Lovelock
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