A Milano ha preso il via la prima edizione di Intercare, fiera italiana dedicata al turismo sanitario. Al Palazzo delle Stelline si alternano 20 presentazioni e 12 convegni, oltre ai numerosi incontri tra buyer e operatori del turismo medicale e della salute provenienti da 9 Paesi.
Secondo la Medical Tourism Association e Patients Beyond Borders, il turismo medicale muove ogni anno tra gli 11 e 14 milioni di pazienti. A questi numeri vanno aggiunti gli accompagnatori e gli staff medici che li seguono per un fatturato totale che, secondo le stime del 2015, si aggirava tra i 70 e i 100 miliardi di dollari statunitensi, e che con un tasso di crescita del 20% annuo raggiungerà i 150 miliardi di euro nel 2018.
Intercare ha l’obiettivo di diventare punto di riferimento per il settore del truismo organizzato, nonché fonte di informazione per i pazienti che vogliono aggiornarsi sull’offerta medicale all’avanguardia.
Nonostante il sistema sanitario italiano sia classificato dall’Organizzazione Mondiale e della Sanità e da Bloomberg come uno dei migliori al mondo, classificandosi terzo dietro Paesi come Singapore e Hong Kong, in Italia si ha una percezione di un servizio scadente che porta un gran numero di connazionali a recarsi all’estero per curarsi, prevalentemente in cerca di trattamenti estetici e dentistici.
Quello che manca in Italia, secondo gli addetti ai lavori, è un’offerta valida e strutturata in grado di invogliare i pazienti stranieri a voler usufruire di un sistema sanitario di eccellenza.
Il sottosegretario alla Salute, Davide Faraone, è convinto che «si possa costruire la fortuna del nostro Paese puntando su questo tipo di turismo». Gli fa eco Roberta Guaineri, assessore a Turismo, sport e qualità della vita di Milano: «Dal 2015 la nostra città è considerata una meta leisure a tutti gli effetti, ma è anche vero che è il business tourism, di cui fa parte anche il turismo medicale – coinvolgendo medici, cliniche, operatori di viaggi e strutture alberghiere – riveste un ruolo di primaria importanza». Solo la città di Milano, infatti, accoglie un numero maggiore di turisti medicali, provenienti sia da altre regioni che dall’estero, rispetto al resto dell’Italia.
«Sono fondamentali sia le strutture ricettive, che devono essere adatte ad accogliere questo tipo di turista, così come la presenza di una rete capillare di servizi – sottolinea Guaneri – Ed è proprio grazie all’organizzazione a monte delle infrastrutture, degli alberghi e dei pacchetti per i familiari al seguito dei pazienti che si deve il successo dei grandi centri medici ubicati nella periferia di Milano».