by Roberta Rianna | 16 Marzo 2023 7:00
Era il 1996 quando Bill Gates scrisse per Microsoft l’articolo Content is king, maturando una riflessione all’epoca visionaria: «I contenuti sono l’oggetto su cui mi aspetto che vengano sviluppati la maggior parte dei guadagni su internet». Ventisei anni dopo – il 3 novembre 2022 – irrompe sul web uno strumento, in tal senso, rivoluzionario: ChatGpt[1], prototipo di chatbot basato sull’intelligenza artificiale sviluppato da OpenAI. Un produttore di contenuti, appunto, specializzato nel conversare con gli umani.
In soli due mesi il robottino, che tanto ricorda il film Her con Joaquin Phoenix, ha raggiunto 100 milioni di utenti. E da strumento di nicchia, è già fenomeno di massa che preoccupa gli apocalittici e incuriosisce (per dirla con Umberto Eco) gli integrati del travel.
Per testarne l’efficienza, lo abbiamo intervistato, rivolgendogli sette domande “scomode” su viaggi e trasporti. Le risposte, per quanto a volte indigeste, testimoniano una dimestichezza concettuale mai espressa prima d’ora da un Pc.
L’intelligenza artificiale può sostituirsi alle adv creando tour e vendendo viaggi?
«L’intelligenza artificiale generativa (Gai) può certamente essere utilizzata per creare itinerari di viaggio e suggerire destinazioni ai potenziali clienti. Tuttavia, sostituire completamente le agenzie di viaggi con la Gai potrebbe essere difficile per diverse ragioni. In primo luogo, molte persone scelgono di utilizzare le agenzie perché vogliono parlare con un esperto che possa offrire consigli personalizzati e suggerimenti basati sull’esperienza. Sebbene la Gai possa offrire raccomandazioni, non può offrire la stessa interazione umana e la capacità di comprendere le esigenze individuali come un adv. In secondo luogo, la Gai potrebbe non essere in grado di fornire risposte alle domande specifiche dei clienti o di affrontare problemi imprevisti che possono sorgere durante il viaggio. Le due modalità, però, possono coesistere, con la Gai che offre suggerimenti e consigli preliminari, mentre gli agenti umani possono offrire un supporto personalizzato ai clienti».
Ma le agenzie di viaggi tradizionali prima o poi scompariranno?
«Non necessariamente. Anche se l’industria del turismo sta subendo una trasformazione digitale e sempre più persone prenotano i loro viaggi online, le agenzie di viaggi tradizionali possono ancora offrire valore ai consumatori. Le agenzie fisiche possono dare un servizio personalizzato e un’esperienza di prenotazione più fluida, soprattutto per i viaggi complessi o le prenotazioni last minute. Inoltre, alcune agenzie si specializzano in destinazioni o prodotti specifici, come i viaggi di lusso o l’outdoor, offrendo conoscenza approfondita e maggiore assistenza ai clienti. Infine, le adv tradizionali possono adattarsi alla digitalizzazione con servizi online come la prenotazione di voli e hotel tramite il proprio sito web o app, o utilizzare chat e videocall per comunicare con i clienti».
In generale, ChatGpt provocherà una perdita di posti di lavoro nel turismo?
«L’intelligenza artificiale e ChatGPT possono essere utilizzati in vari modi: nella prenotazione di viaggi, nell’assistenza clienti, nell’elaborazione di dati e nella personalizzazione dell’esperienza. Anche se l’automazione può ridurre la necessità di alcune attività svolte dall’uomo, non è detto che ciò porti necessariamente a una perdita di posti di lavoro. In effetti, l’intelligenza artificiale può anche creare nuove opportunità di lavoro nel settore del turismo. Ad esempio, le competenze richieste per implementare e gestire sistemi di intelligenza artificiale possono richiedere competenze specializzate, e quindi creare nuovi lavori. Inoltre, l’intelligenza artificiale può migliorare l’efficienza del travel, aumentando la domanda di servizi e quindi creando ancora nuovi posti di lavoro. Ottimizzare le operazioni di gestione delle prenotazioni e dei dati può voler dire efficientare le attività, consentendo alle imprese di offrire migliori esperienze ai propri clienti. Infine, l’AI può anche migliorare la qualità dell’esperienza del cliente, attraverso la personalizzazione dei servizi, cosa che a sua volta può aumentare la domanda».
I prezzi dei viaggi sono davvero aumentati? Di quanto?
«Secondo alcune analisi, sono aumentati in media del +10-15% rispetto ai livelli pre pandemia. Questo incremento è stato influenzato da diversi fattori, tra cui l’aumento dei costi dei trasporti, dei carburanti e delle tasse sui viaggi, nonché dalla crescente domanda. Tuttavia, ci sono delle eccezioni. Ad esempio, alcune compagnie aeree e alberghi stanno cercando di attirare più clienti offrendo prezzi più convenienti rispetto al pre Covid».
Quindi non è finita, come si dice, l’era dei voli low cost?
«Non sembra. Almeno non nel breve termine. Anche se la pandemia ha colpito duramente il trasporto aereo, compresi i vettori low cost, c’è ancora una forte domanda per i voli a basso costo. Per questo molte compagnie aeree low cost stanno cercando di ampliare la loro presenza sul mercato, aprendo nuove rotte. È probabile che l’industria del trasporto aereo continui a evolversi e che le compagnie low cost si adattino alle nuove esigenze e alle nuove tecnologie per mantenere i prezzi competitivi e soddisfare le esigenze dei viaggiatori».
A lungo andare, l’aumento dei prezzi dei viaggi frenerà la domanda di viaggi?
«L’aumento dei prezzi dei viaggi può influenzare la domanda, ma il suo effetto dipende dalla sensibilità dei consumatori al prezzo. Ci sono diverse ragioni per cui le tariffe possono aumentare, come i rincari del carburante, la riduzione dell’offerta di posti sui voli, l’aumento della domanda o la stagionalità. Se il prezzo dei viaggi cresce per via del caro-fuel o di altri fattori esterni al controllo dell’industria del turismo, i consumatori potrebbero essere meno sensibili al tema e continuare a viaggiare nonostante costi di più. Inoltre, se la domanda di viaggi rimane forte, i player dei viaggi potrebbero continuare ad aumentare i prezzi per massimizzare i profitti. Tuttavia, se i prezzi dei viaggi aumentano per effetto della riduzione dell’offerta di posti sui voli o della maggiore domanda in determinati periodi, i consumatori potrebbero rivelarsi più sensibili e decidere di rinunciare al viaggio o cercare alternative più convenienti. In ogni caso, l’aumento dei prezzi potrebbe influenzare la domanda nel breve termine, ma a lungo termine dipenderà dalla capacità dell’industria del turismo di offrire esperienze di viaggio uniche e di alta qualità che giustifichino tariffe più elevate. Se l’industria del turismo sarà in grado di offrire servizi di alta qualità e di soddisfare le esigenze dei clienti, la domanda di viaggi potrebbe continuare a crescere anche se i prezzi aumenteranno».
L’impegno delle compagnie di crociere nella sostenibilità si traduce in una reale riduzione dell’inquinamento?
«Negli ultimi anni, le compagnie hanno fatto importanti sforzi per ridurre l’impatto ambientale. Tuttavia, l’industria delle crociere continua a essere criticata per la sua impronta ecologica. Le iniziative per ridurre l’inquinamento includono carburanti più puliti come gas naturale liquefatto (gnl) o biodiesel, sistemi di trattamento di acque di scarico e rifiuti solidi, riduzione del consumo energetico, promozione di pratiche sostenibili tra i passeggeri. Nonostante ciò, l’impatto ambientale delle crociere resta significativo. I motori continuano a produrre emissioni di anidride solforosa, ossidi di azoto, particolato e Co2. Inoltre, le crociere impattano sulle comunità costiere, causando congestione del traffico, inquinamento acustico e problemi nella gestione dei rifiuti. Per questo, è importante continuare a migliorare la sostenibilità delle compagnie. Sebbene ci siano stati progressi, c’è ancora molto lavoro da fare».
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